Sono trascorsi vent’anni dal giorno in cui, nel 2000, il Bari vinse l’unico scudetto Primavera della sua storia, battendo in finale, a Misano Adriatico, il Milan, grazie ad una rete di Carrozzieri ai supplementari. Vediamo che fine hanno fatto i protagonisti di quell’impresa storica.
I galletti, guidati in panchina da Sciannimanico, si presentarono alla sfida decisiva con Antonio Narciso in porta, oggi tesserato del Modena, e la difesa guidata dall’autore del gol, che dopo una carriera di buon livello in A, con le maglie di Atalanta e Samp, oggi è un imprenditore di successo. Accanto a lui c’era Giuseppe Ingrosso, che, dopo il ritiro dal calcio giocato è stato anche, per un breve periodo, cinque anni fa, presidente del Bisceglie. Altri componenti del quartetto arretrato erano Giuseppe Abbrescia, che in carriera ha poi giocato, tra le altre, a Corato, Locorotondo ed Altamura, e Vito Michele Antonelli, ora allenatore dell’under 17 del Chievo, dopo una onesta militanza tra C e D, con casacche anche importanti come Spezia e Vis Pesaro.
Si è ritirato l’anno scorso il capitano di quella compagine, quel Nicola Fumai che conta l’unica presenza nel Bari ed in A nella tremenda sconfitta casalinga del Bari con il Perugia, per 3-4, che costò la panchina a Fascetti nel 2001. Più sfortunato di lui fu il perno del centrocampo di quella squadra, Antonio Lafortezza, la cui ascesa nel calcio che conta fu compromessa da un incidente stradale, che dopo qualche partita in A con i galletti, ne fermò le ambizioni. Anche per lui, oltre ad un’esperienza a Catanzaro in B, un lungo peregrinare tra C e categorie inferiori. Pasquale Berardi, invece, attualmente è osservatore della Roma. Diverso il destino di Gabriele Davanzante, che dopo l’esordio in A con il Bari e qualche anno di carriera tra Imperia, Savona e Vercelli, si ritirò per stare vicino ai suoi cari.
Quasi 300 partite tra C e D, invece, hanno caratterizzato la carriera di Antonio Chisena, attaccante originario di Matera. Anche lui, ormai da qualche anno, ha appeso gli scarpini al chiodo. Sembrava lanciato verso un grande futuro Hugo Enyinnaya, autore di un gran gol contro l’Inter la stessa sera dell’esplosione di Antonio Cassano, altra perla di quel settore giovanile che non giocò l’ultimo atto della competizione, come anche l'altra punta Luigi Anaclerio. L'attaccante nigeriano, invece, in campo c’era, ma poi il suo percorso professionale non è stato all’altezza delle aspettative, con esperienze a Livorno e Foggia, prima del trasferimento in Polonia e del rientro in Italia, per giocare nel dilettantismo. Ha smesso nel 2011, dopo un’annata a Zagarolo.
Dalla panchina, in quella storica giornata, fecero il loro ingresso in campo, il terzino Michele Anaclerio, nell’ultima stagione al Molfetta, ed i centrocampisti Tommaso Abbrescia e Salvatore Novembrino. Questi ultimi due, dopo una fugace apparizione in biancorosso, non son riusciti, in carriera, ad andare oltre qualche apparizione in terza serie.
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