E, dunque, dopo tanto attendere, è arrivato il nuovo allenatore del Bari. Dopo l’ufficialità dell’esonero di Moreno Longo (arrivata con tempistiche forse troppo lunghe), la società biancorossa ha deciso di intraprendere un nuovo percorso tecnico. Il nome prescelto per la panchina dei galletti è quello di Fabio Caserta, originario di Melito di Porto Salvo, con una carriera costellata da esperienze importanti e significative. Come allenatore di club, il tecnico calabrese può vantare nel suo curriculum di essere stato in piazze importanti. Si comincia da Castellamare di Stabia con la Juve Stabia prima da vice-allenatore e poi da tecnico della prima squadra. Poi un passaggio a Perugia, poi Benevento, Cosenza e, in ultimo, Catanzaro. Insomma, tanta gavetta tra serie C e serie B.

Il presidente del Bari De Laurentiis, insieme al direttore sportivo Magalini, ha, probabilmente, pensato a Caserta nella convinzione di vedere un maggiore gioco in verticale. Grande sfruttamento delle fasce laterali e una mentalità particolarmente offensiva. Tanta corsa e tanto sacrificio da parte di tutti con cura particolare di ogni dettaglio. La sua capacità di essere camaleontico da un punto di vista tattico, senza snaturare il suo credo votato all’attacco, ha, presumibilmente, affascinato la dirigenza biancorossa che ora punta a costruire una squadra che provi ad essere ad immagine e somiglianza del neo allenatore. Non c’è dubbio che non sono mancate le difficoltà nel trovare un tecnico motivato e pronto per venire a Bari. Oggi, considerando le ambizioni del club pugliese, arrivare ad allenatori di maggiore grido è, comprensibilmente, esercizio piuttosto difficile anche e soprattutto per via di tanti tentennamenti da parte della società circa i reali obiettivi della prossima stagione.

La sensazione a pelle è che la venuta di Caserta rappresenti, comunque, un tentativo forse leggermente più convinto di arrivare al raggiungimento dei play off. Obiettivo da minimo sindacale considerando il blasone della piazza biancorossa. Il tutto in una duplice ottica realistica. Da una parte la volontà di inserire in squadra giocatori più pronti per l’obiettivo su precisato e dall’altra la voglia di lanciare qualche giovane interessante provando a costruire in casa piccoli talenti che possano sbocciare nel più breve tempo possibile. Con una speranza. E, cioè, che possano diventare un effettivo patrimonio della società, sempre se si intenda diminuire l’utilizzo illimitato di prestiti. Una scelta, pertanto, quella di Caserta, che potremmo definire “mediana”. E, cioè, non il grandissimo nome ma nemmeno la grande scommessa al buio con tutte le incognite del caso. Fondamentale, ovviamente, sarà capire chi arriverà in rosa e se le sensazioni suddette saranno confermate dagli acquisiti che Magalini saprà fare considerando il budget a disposizione.

I tifosi, confermando la grande freddezza e il grande distacco nei confronti della società, non sembrano essere stati scalfiti da questa decisione. Il termometro del tifo biancorosso, oggi come oggi, è sotto zero. Ed è eufemismo. Solo vedendo sul campo quello che accadrà, potranno esserci scossoni particolari a livello di seguito e vicinanza alla squadra. In un senso o nell’altro. Sempre che davvero di scossoni importanti si potrà parlare.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 18 giugno 2025 alle 21:00
Autore: Maurizio Calò
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