È stata una botta forte, più dura del previsto ed anche per questo difficile da smaltire: è vero che i drammi, soprattutto in questo periodo, sono altri, eppure anche a livello sportivo la piazza sembra sprofondata in un incubo in cui si fatica a vedere la luce. Anche commentare diventa compito difficile: perché può essere vero, come ha detto Carrera dopo il tracollo del Bari in casa contro il Catanzaro, che c'è del buono anche in quanto fatto vedere in terra calabrese, ma è anche evidente il ruolino tremendo della formazione biancorossa. 

Il bottino di un punto nelle ultime quattro gare è un macigno: senza dubbio ha ragione il tecnico quando afferma che questa squadra ha latenti le potenzialità per risalire la china ed essere protagonista nei play-off, ma al momento queste restano celate sotto una montagna di problemi che impediscono qualsiasi sogno di gloria.

La reazione dei tifosi, che ieri hanno esposto fuori dallo stadio un duro messaggio d'accusa alla squadra, è quantomeno comprensibile. Anche perché quello in corso sembra il copione di un film già visto nell'ultimo decennio.

In questo scenario qualsiasi caccia al colpevole rischia di ridursi ad un'inutile spreco di tempo. La stagione resta caratterizzata da una lunga serie di errori condivisi: da parte della società (il cui impegno non può essere messo in discussione, ma che non è stata esente da sbagli), dei calciatori (spesso svogliati o poco cattivi) e dei tecnici (difficile stabilire i demeriti di Carrera, ammesso che questi ci siano. Unico dubbio: sicuri sia giusto intestardirsi con un 4-2-3-1 che ha mostrato diversi limiti?).

Tutte motivazioni che rendono inevitabile il duro sfogo dei tifosi, cui la risposta non può che arrivare sul campo. Perché se è vero che restano gli errori ed i limiti, questo Bari ha comunque mostrato di poter essere una squadra da vertice. Tirare nuovamente fuori quella grinta e quell'atteggiamento in campo, in una situazione del genere, sicuramente non è semplice, ma resta l'unica strada per provare a ricucire uno strappo fra la squadra ed una piazza che sta subendo l'ennesima ferita. Cui è abituata, ma fa sempre male: perché la città, citando Giorgio Gaber, ha l'aria di un gabbiano ipotetico, desiderosa di volare ma senza più la forza per crederci. 

Risvegliarne l'entusiasmo è il compito primario di questa squadra, nonché l'unica strada per trovare insieme la forza per uscire da questo momento difficile.

Sezione: Copertina / Data: Lun 22 marzo 2021 alle 23:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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