Tiene banco ormai da giorni, a Bari, il delicato momento di tensione tra società e tifosi. Esploso al termine della disfatta casalinga contro il Venezia, il malcontento dei tifosi affonda però radici lontane. Le vicende stanno facendo quasi passare in secondo piano l’ultima prestazione dei galletti, non del tutto disastrosa nonostante il risultato di 0-3. Le premesse lasciano presagire un’oziosa permanenza in purgatorio. Il timore della piazza è quello di ritrovare un Caronte traghettatore verso acque oscure. La posizione in classifica, seppur deludente, non è però compromessa. Quali, allora, le vicende sottostanti all'acceso diverbio tra il presidente Luigi De Laurentiis e un tifoso in tribuna, tali da provocare una spaccatura che appare insanabile? Ecco, quindi, le azioni salienti consumate fuori dal campo negli ultimi 5 mesi biancorossi.
IL SILENZIO, LE PROMESSE E LE SMENTITE. DI MEZZO, IL MERCATO – Dura poco più di un mese l’eco straziante dell’ 11 giugno, interrotto dalla conferenza stampa di LDL il 13 luglio successivo. In quest’ultima, il presidente biancorosso, tra le altre, fissa l'obiettivo playoff e promette che “i ricavi di Caprile e Cheddira saranno budget ulteriore per il mercato”. Pochi mesi dopo il Bari conterà solo 1,3 mln spesi (dato Transfermarkt), vedendo i propri due beniamini ceduti al Napoli di papà Aurelio, senza conoscerne le cifre esatte. Sarà il ds Polito ad aggiustare la mira, specificando che il budget serviva per la copertura di passivi pregressi. Nel mercato, intanto, il Bari arranca e chiude 5 acquisti (su 15) il primo settembre.
I PAREGGI, L’ADDIO A MIGNANI E IL PRIMO STRISCIONE– In partenza il Bari non decolla. Gli infortuni di Menez e Diaw (a cui seguirà Maiello) palesano i limiti di una rosa scarna. Dopo 7 pareggi in 9 giornate viene esonerato Mignani, dividendo il pensiero dei tifosi. Unanime però, lo scetticismo intorno al sostituto. Marino viene visto come una scelta a breve termine, peccando ancora una volta di poca programmazione. Sugli spalti, in casa contro il Modena, monta la prima protesta: curva deserta per 20’ di silenzio e uno striscione “Ssc vi meritereste questo”.
POLITO ROMPE IL SILENZIO, AMBIZIONI RIDIMENSIONATE – Il gioco non decolla e Polito approfitta della sosta per un’intervista ai microfoni di RadioBari. Nonostante la difesa a spada tratta del proprio operato, l’obiettivo stagionale del Bari viene ridimensionato: “quest’anno si porranno le Basi per tentare l’assalto alla A l’anno prossimo”. Dichiarazioni che, unite al silenzio incessante del presidente, hanno portato in ebollizione gli animi di una piazza che, ad inizio anno, sognava un campionato di vertice.
VENEZIA, PUNTO DI NON RITORNO – La classica goccia che ha fatto traboccare un fragile vaso, è rappresentata dalla debacle contro il Venezia. A fine partita qualche tifoso in tribuna esterna il proprio disappunto al presidente, che sbotta e risponde a tono. La piazza si infuoca e, da domenica, domina incessante la protesta contro la società capitanata da Luigi De Laurentiis. Nel giro di due giorni due striscioni, l’ultimo suona come una sentenza: “Orgoglio e appartenenza non hanno scadenza, a differenza della tua presidenza”, facendo riferimento al limite imposto al 2028 per la risoluzione della multiproprietà.
La sensazione è che la situazione stenterà a placarsi. Anche eventuali risultati positivi non sposterebbero l’attenzione da una società che, ad oggi, risulta mal voluta dai tifosi. Persino il ds Polito, acclamato ad eroe fino a pochi mesi fa, è finito nel calderone. La piazza reclama trasparenza e attende le parole di un presidente più volte interpellato, ma finora mai pervenuto.
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