Nel corso dell’intervista rilasciata alla nostra redazione, Gian Piero Ventura si è espresso su Ciro Polito, applaudendo l’attività svolta dal direttore sportivo biancorosso: “Credo che abbia fatto un lavoro straordinario, non tanto per l’acquisto dei giocatori, che mi sembrano tutti assolutamente importanti per la categoria, ma almeno parlando dall’esterno dà la sensazione di aver creato una compattezza ed un’unione che prima non c’erano. Questa è una delle componenti importanti per fare un’annata altrettanto importante”.
Simeri, Cheddira o Paponi: quale il migliore partner d’attacco per Antenucci? Ventura ha preferito glissare sul gioco delle coppie: “Mi diventa difficile dirlo, credo che lo possa dire meglio l’allenatore che li vede tutti i giorni. Però oggi non farei questi discorsi: capisco che si fa un pezzo su Antenucci ma io sarei più dell’idea di farlo sulla squadra, perché basta pensare che D’Errico è un giocatore che in Serie B ce ne sono pochi, quindi in C è chiaro che diventa un lusso. Se tu hai un giocatore di qualità che ti mette nelle condizioni di poterti muovere secondo una logica, e ti mette in condizione di ricevere palloni assolutamente invitanti, poi viene fuori anche la serenità di fare gol come quello che ha fatto Antenucci. Quindi è tutto una conseguenza: nel calcio non c’è mai niente di scontato e bisogna camminare con i piedi di piombo, però come l’anno scorso i segnali non erano assolutamente positivi, in questo è esattamente il contrario”.
Le possibili difficoltà di gestione di una personalità come quella di Mirco Antenucci all’interno dello spogliatoio… “Antenucci è un giocatore importante ma è semplicemente un giocatore: non può essere il Bari, ma è il Bari che lo fa diventare importante. Ma in un contesto tattico o di qualità bassa è evidente che diventa difficile per chiunque, quindi questa è la logica della squadra. Quest’anno ho avuto sensazioni positive: intanto dall’umiltà dell’allenatore che non fa voli pindarici, piano piano sta costruendo una squadra al cui interno la qualità emerge, perché i vari Marras, Antenucci, D’Errico ma anche gli stessi Pucino, Gigliotti sono profili che hanno vinto la Serie B. Però all’interno di una rosa che vuole fare gruppo e che ha sposato la causa, è evidente che se tutti vengono messi in condizione di operare al meglio la squadra poi diventa assolutamente competitiva, allora lì si vede il vero valore dei giocatori. Come sempre nel calcio quando vinci sei biondo e con gli occhi azzurri, mentre quando perdi sei piccolo e scuro (ride, ndr). Ma non funziona così, le cose non vengono mai per caso e sono sempre figlie di quello che tu sei e di quello che ti mettono in condizione di poter fare”.
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