La pazienza di tutto l'ambiente biancorosso sembra essere oramai messa a dura prova. C'è chi ancora vuole dare credito ad una squadra costruita diversamente negli uomini e nelle idee rispetto alla scorsa stagione e c'è chi è entrato nel club dei pessimisti e dei disincantati. Questa seconda categoria di tifosi è, di fatto, imperante ed è difficile dare torto a loro. Il Bari di Longo aveva dato l'impressione di una squadra più quadrata, con giocatori in grado di esprimere un gioco diverso rispetto allo scorso campionato, con la possibilità concreta di alzare l'asticella degli obiettivi. Il campo aveva sancito l'evoluzione positiva della squadra in termini di prestazioni, personalità e convinzione.
Oggi il Bari è vittima di una sorta di "sindrome del granchio". Tanti passi avanti fatti nelle scorse settimane e micidiali e imprevedibili passi indietro dimostrati in maniera lampante nelle ultime tre/quattro partite. Un'involuzione senza se e senza ma che preoccupa tantissimo i tifosi biancorossi che ora stanno immaginando gli scenari più sinistri e cupi possibili. Negli occhi c'è l'angoscia di vivere nuovamente l'incubo della scorsa stagione essendo costretti più a guardarsi dietro che a guardare avanti. Le difficoltà enormi del campionato di serie B impongono una riflessione profonda su cosa il Bari vuole essere quest'anno. E' evidente che la compagine biancorossa sta dimostrando una certa immaturità che, forse, nelle scorse settimane sembrava eresia immaginare e pensare. E non può essere solo un fattore fisico o tecnico.
Se leggiamo i nomi dei giocatori della rosa del Bari riesce difficile ammettere di essere affetti da questa sindrome del braccino corto, della paura di vincere, di una fragilità mentale certe volte incomprensibile ai più. Cosa realmente sta succedendo oggi nel Bari? Fattori esterni? Improvvisa mancanza di stimoli? La sensazione di non essere all'altezza delle altre avversarie? I tifosi non hanno mai nascosto il malcontento nei confronti della proprietà, rea, a detta della stragrande maggioranza dei supporters baresi, di non avere un reale progetto vincente. La questione multiproprietà pesa come un macigno e dà sempre l'impressione di essere un alibi per non pretendere o osare qualcosa di più. E sono più che legittimi i dubbi di gran parte del popolo biancorosso. Questa appare essere l'amara certezza. Di avere, cioè, una proprietà che ha come minimo obiettivo il mantenimento della categoria. E se succede qualcosa di più è quasi come se fosse un'eccezione al copione già scritto. Vivacchiare in serie B in attesa di scenari che potrebbero delinearsi ma che, ad oggi, non hanno alcun riscontro.
I tifosi del Bari hanno dimostrato sempre un attaccamento incredibile nei confronti della loro squadra. Ma non è detto che questo amore viscerale porti sempre tante persone allo stadio. La società dovrebbe dare davvero un segnale di discontinuità dimostrando di avere in mente un reale progetto vincente. In campo si percepisce, in questo momento, la sensazione di dover portare a casa il compitino senza fare passi avanti concreti verso un deciso salto di qualità. Solo il tempo ci dirà se anche questa stagione sarà di sofferenza e di anonimato. Il rischio è che gran parte dei tifosi perda piano piano il suo amore più grande, la speranza e la voglia di vivere il suo Bari.
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