Fabio Caserta approda ufficialmente sulla panchina del Bari. Il suo nome riaccende la speranza di una ripartenza dopo una stagione deludente, conclusa senza la qualificazione ai playoff. Ma Caserta porta con sé anche una storia fatta di legami ed incroci, in particolare con Ciro Polito, ex direttore sportivo biancorosso. Oggi Polito è lontano da Bari, dopo l’avvicendamento con Magalini, ed è approdato a Catanzaro. Ma per anni è stato un punto di riferimento fondamentale nella carriera di Caserta, incrociato più volte sia da calciatore che da allenatore. Una sinergia consolidata nel tempo, ma che ora resta solo sullo sfondo. Nel nuovo Bari che sta prendendo forma, infatti, non ci sono più figure dirigenziali o giocatori già noti all’allenatore calabrese. Nessun volto familiare ad accoglierlo. Per Caserta si apre così una nuova fase, da affrontare partendo da zero, con un gruppo da conoscere e una piazza da conquistare.

La storia tra Caserta e Polito affonda le radici nei primi anni Duemila. Nella stagione 2004-2005, Caserta veste la maglia del Catania in Serie B: è l’anno che precede la promozione in A. In quella squadra c’è anche Polito, portiere di esperienza e già figura carismatica nello spogliatoio. È il primo di diversi incroci tra i due. Dopo esperienze tra Palermo, Lecce, Atalanta e Cesena, Caserta trova continuità alla Juve Stabia, dove chiude la carriera da calciatore con oltre cento presenze tra B e C. E anche lì, ancora una volta, c’è Polito: entrambi chiudono il proprio percorso in campo proprio con le vespe, in una stagione condivisa che segnerà l’inizio di una lunga collaborazione anche fuori dal rettangolo verde.

È proprio nel post-carriera infatti che il legame tra Caserta e Polito si rafforza in modo decisivo. Quando nel 2016 Polito assume il ruolo di direttore tecnico della Juve Stabia, richiama Caserta nello staff tecnico come collaboratore. Poco dopo, l’ex centrocampista viene promosso allenatore della prima squadra. Da lì parte la scalata: nella stagione 2018-2019 arriva la promozione in Serie B con un campionato dominato nel girone C e una solidità difensiva impressionante, capace di far registrare, per mesi, il miglior dato in Europa per gol subiti. Un successo costruito insieme, tassello dopo tassello.

Nel prosieguo della sua carriera da allenatore, Caserta si siede sulle panchine di Perugia, Benevento e Cosenza, restando sempre sotto l’attenzione di Polito. E proprio nella stagione appena conclusa, è di nuovo l’ex direttore sportivo biancorosso a riportarlo in primo piano: il Catanzaro, deciso a proseguire il proprio percorso di crescita, lo sceglie per raccogliere l’eredità di Vivarini. Dopo un avvio complicato, Caserta riesce a dare identità e continuità ai giallorossi, portandoli fino al sesto posto e ai playoff, dove si arrendono allo Spezia. L’addio con il club calabrese è cosa recente, e apre le porte al suo nuovo incarico: guidare il Bari nel tentativo di rilanciare un progetto ambizioso.

E ora, Caserta sbarca in un progetto dove Polito non c’è più. A Bari, infatti, non ci sono né dirigentigiocatori legati al suo passato: un contesto totalmente nuovo, in cui ogni riferimento è da costruire. Una sfida che potrebbe però rivelarsi stimolante, fondata esclusivamente su competenze, idee e lavoro quotidiano. Sarà chiamato a rilanciare un ambiente ancora scosso dalla scorsa stagione e a riaccendere l’entusiasmo della piazza. L’auspicio è che l’esperienza e la serenità che hanno contraddistinto il suo cammino possano rappresentare le basi per un nuovo ciclo. Magari, stavolta, senza incroci del destino ma con una chiara direzione da prendere: quella della rinascita.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 17 giugno 2025 alle 20:00
Autore: Martina Michea
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