La sconfitta in Supercoppa Serie C contro il Sudtirol non può macchiare il grande cammino stagionale del Bari. Per fare il punto su quanto accaduto in abbiamo sentito Riccardo Allegretti, attuale allenatore della Clivense (ex Chievo Verona, neopromosso in seconda categoria) ma con un passato da centrocampista dei galletti (2009-2010 in A): "Si è finalmente vinto questo benedetto campionato. Sono contento, ora sono lontano ma rimango un tifoso del Bari. Poi sono felice anche per Mignani, che conosco personalmente. Supercoppa? Le motivazioni di fronte ad un trofeo immagino ci siano. Però sono partite che, a differenza di un campionato, si decidono velocemente. Il Sudtirol l'ho seguito ed è un'ottima squadra. La sconfitta è un peccato ma ci può stare".

Il futuro in Serie B: "Non so se ci saranno rivoluzioni, bisognerebbe capire la linea societaria e le direttive dell'allenatore ma soprattutto gli obiettivi. Ci sono esempi di squadre che hanno vinto cambiando niente o poco e magari chi è retrocesso stravolgendo tutto. La Serie B è strana. Il Lecce oggi è primo ma con quei punti negli ultimi anni sarebbe stata molto più indietro. Rispetto alle piazze normali, a Bari c'è il fattore stadio e pubblico ma bisogna far si che si crei l’entusiasmo giusto per trascinare la squadra".

Tra i protagonisti dell’annata in biancorosso c’è Andrea D’Errico, votato come il biancorosso dell’anno dai nostri lettori, e che Allegretti ha conosciuto in passato nelle esperienze a Barletta (calciatore) e Monza (staff tecnico della società): "Aveva già dimostrato di essere un giocatore di una categoria diversa. Era capitano del Monza, che ha stravinto in Lega Pro e fatto bene in B. Sulle sue qualità c’erano pochissimi dubbi. E' diventato un leader rispetto a quando giocavamo insieme. Per me Bari è la piazza ideale per dimostrare il suo valore. Gioca con grande autorità, ha fatto un'ottima annata, credo possa essere un punto importante per la squadra e spogliatoio l'anno prossimo. Le sue capacità più importanti sono duttilità ed adattamento, poi se trova un allenatore come Mignani che lo lascia libero nel suo istinto, diventa un'arma positiva in più".

Parole di stima anche nei confronti di mister Mignani: "Sono d'accordissimo con Polito. Non esisterebbe mandarlo via, se lo è guadagnato sul campo. Sono state solo chiacchiere da bar. Parliamo di un allenatore giovane, che si è messo in discussione e ha voglia di fare. Questo conta molto di più rispetto ad aver già vinto in B e all'esperienza. L'importante è che ci sia coesione tra società e tecnico. Con armonia si pianifica nella maniera giusta, è il punto di partenza. I tifosi devono essere contenti e grati a Mignani". 

La gestione del gruppo e del rapporto D’Errico-Mignani: "In una squadra ci sono personalità diverse. Un allenatore non deve comportasi nella stessa maniera con tutti, l'importante che ci siano regole uguali. Io ragiono così e Mignani è stato molto bravo, tutto è funzionato bene. Alla fine conta che il giocatore in campo dia il massimo, poi quello che succede nello spogliatoio e negli allenamenti passa in secondo piano rispetto al risultato positivo della domenica".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 02 maggio 2022 alle 22:00
Autore: Gianmaria De Candia
vedi letture
Print