Tra i tanti nomi accostati alla panchina del Bari, c'è anche il suo. Antonio Di Gennaro, pur fiorentino di nascita, è il più "barese" tra i papabili sostituti di Ventura alla guida dei biancorossi, lui che è stato un calciatore del Bari prima (la sua avventura in biancorosso si è consumata tra il 1988 ed il 1991) ed è diventato barese di adozione poi. Tuttobari.com lo ha intervistato in esclusiva, per conoscere i risvolti della vicenda e il suo attuale stato d'animo.
Allora Antonio, queste voci che ti accostano alla panchina del Bari: cosa puoi dirci a riguardo? "Dico che mi fanno piacere. Oramai è dal 2003 che mi sono trasferito definitivamente qui, mia moglie è barese e due dei miei quattro figli sono nati a Bari. E' una piazza a cui sono molto legato e non esiterei un istante a mettermi a disposizione. E a proposito di questo, ci tengo a fare una precisazione. Ho sentito in radio, che stamattina qualcuno diceva che sto facendo il corso per Direttori Sportivi: è vero, ma è solo per un aggiornamento personale. Ho conseguito il master per allenatori di 1' categoria nel 2000, ho allenato gli allievi nazionali a Firenze e sono stato il secondo di Terim a Firenze e Milano. Il fatto che ora io faccia l'opinionista per SKY non vuol dire nulla, io nasco allenatore, mi sento un allenatore e non vedo l'ora di poter mettermi al lavoro."
La piazza ha accolto favorevolmente l'accostamento del tuo nome al Bari. Anche durante la contestazione dell'altro pomeriggio, è partito qualche coro al tuo indirizzo... "Beh, oramai Bari mi ha adottato. E poi, per quel che riguarda la società, la conosco e la seguo in tutte le situazioni. In passato c'è stato qualche momento di difficoltà nei rapporti con essa, non lo nego, ma alla fine tutto si appiana e nella vita, prima o poi, ci si rincontra. Col presidente Matarrese non ci sono problemi, ci siamo rivisti anche recentemente, prima di Natale durante la presentazione di un libro; abbiamo parlato e gli ho anche predetto la vittoria di Lecce. Ripeto, sono orgoglioso del fatto che sia stato fatto il mio nome in questi giorni."
Credi nella salvezza del Bari? "Certo che ci credo, l'ho sempre detto e lo vado ripetendo anche in questi giorni. Il gruppo ha qualità importanti e le ha dimostrate l'anno scorso. Non è possibile che tutto ad un tratto sia diventata la squadra più scarsa della Serie A. Del resto, anche cntro l'Inter fino al gol di Kharjia il Bari ha tenuto bene il campo non demeritando. E a Brescia poi, ha perso per gli episodi...se Castillo l'avesse messa dentro, la partita sarebbe potuta cambiare. Purtroppo invece è un momento che gira così, perché si è perso l'entusiasmo e la consapevolezza della propria forza. Magari in altri momenti Castillo e lo stesso Kutuzov non avrebbero sbagliato. Ma nulla è perduto: non dimentichiamo che il Bari deve affrontare alcuni importanti socntri diretti, con il Catania ed il Lecce che dovranno venire al San Nicola."
Hai parlato di entusiasmo: ma cos'altro manca, in questo momento, al Bari? "La vittoria. Non importa se arrivasse attraverso il gioco o gli episodi fortunati: una vittoria avrebbe il potere di restituire credibilità al gruppo e quel pizzico di entusiasmo per continuare a credere nel lavoro. Bisogna crederci fino in fondo in quello che si fa, affrontare fino all'ultimo centesimo di secondo le partite con professionalità ed entusiasmo. Il gruppo deve restare unito, se ci sono screzi all'interno vanno appianati e raggiunti degli accordi, magari bisognerà fare qualche rinuncia. Sono convinto che con la professionalità e l'applicazione nel lavoro, nessun obiettivo è impossibile."
Hai detto prima della tua esperienza di secondo di Fatih Terim. Ti senti pronto a camminare da solo? "Certamente, sono motivato e sereno con me stesso. Negli ultimi due anni poi ho anche fatto un cammino di fede e dico che, se questa deve essere la chiamata per me, l'affronterò con convinzione, serenità e voglia di lavorare. In questi anni non me ne sono stato con le mani in mano, mi sono aggiornato, ho assistto a partite di Serie A, B e C e di Champions League. Sono dunque assolutamente pronto, la sfida non mi spaventa."
Hai già un'idea di come faresti giocare il Bari? "Non ci ho ancora pensato, ma comunque è difficile dall'esterno, si può dire tutto e nulla. Bisogna valutare le condizioni dei calciatori, sia dal punto di vista della condizione fisica, sia dal punto di vista psicologico...e poi c'è da valutare gli infortunati. Tutto insomma, tenendo presente che non si può buttar via con un colpo di spugna il lavoro fatto da Ventura".
In ultimo: se ti offrissero la panchina del Bari col ruolo di "traghettatore" fino a fine stagione, accetteresti ugualmente? "Sarebbe da valutare. Ho un contratto con SKY fino alla fine del 2012, ma questo credo sia l'ultimo dei problemi...Bisogna sedersi a tavolino e discuterne, vedere cosa mi prospettano. Certo, con un programma a più larga scadenza, sarebbe molto meglio...Ripeto, tutto è da valutare."
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