Sono stati giorni frenetici in casa Bari. L'esonero di Mignani e la conseguente nomina di Pasquale Marino come nuovo allenatore della Prima Squadra, sono stati eventi che hanno scombussolato tutto l'ambiente. Ne abbiamo parlato con l'ex biancorosso Pino Giusto, intervenuto ai nostri microfoni in esclusiva.
Su Mignani, tecnico che ha lasciato il Bari dopo una promozione in Serie B e una finale playoff, e il nuovo arrivato, Pasquale Marino: "È difficile dare una spiegazione logica quando c’è un cambio in corsa. Faccio una premessa: io conosco Marino molto bene poiché siamo stati avversari quando allenavo in C2. Per me è un allenatore molto preparato. Negli ultimi due anni non ha avuto risultati ottimi, ma la competenza dell’allenatore c’è, soprattutto dal punto di vista della gestione, perché è un allenatore equilibrato. Inoltre, ritengo che sia un allenatore preparato anche sotto l’aspetto tattico. Tornando a Mignani - continua l'ex galletto - a livello umano mi dispiace tantissimo, perché se ne va un allenatore che ha dato tanto al Bari, che ha fatto un percorso importante che tre mesi fa è stato giudicato in maniera diversa rispetto a questa settimana. Questo ci fa capire quanto i risultati fanno cambiare i giudizi della gente e della società che opera. A me dispiace tantissimo, ma probabilmente a posteriori, reciprocamente avrebbero pensato prima di dividersi a fine stagione scorsa, ma desso è facile dirlo”.
Sulle tempistiche dell'addio: “Questa è una piazza molto importante. Dopo quei famosi minuti in cui abbiamo perso la Serie A era difficile ripartire. Si sapeva che a Bari, dopo quel traguardo della finale, Mignani avrebbe dovuto mettersi primo in classifica sin dall’inizio. Quando mancano i risultati, la gente si aspetta di più dalla squadra e soprattutto dall’allenatore, perché il condottiero deve stare sempre in prima fila. I risultati negativi hanno influito nel malumore della città che è di cattivo umore da un po’ di settimane. Mignani doveva ponderare questo rischio, ma la bacchetta magica non ce l’ha nessuno”.
Sullo spogliatoio: "Io credo che Mignani avesse lo spogliatoio in mano, ha sempre avuto un buon rapporto con tutti, a parte la polemica del like di Antenucci. Mignani è un allenatore equilibrato, credo che la sua forza sia stata anche la gestione dello spogliatoio. Non credo che si sia rotto qualcosa. Conosco Di Cesare, un calciatore d’esperienza, credo che abbia compattato lo spogliatoio. C’è questa dura legge del calcio, il primo a pagare quando non arrivano i risultati è sempre l’allenatore”.
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