La vittoria di domenica sera contro il Picerno ha dato una ventata di rinnovato entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi a squadra e tifoseria. Al netto di un avversario di livello inferiore, la sfida con i lucani è stata un banco di prova importante in casa Bari. Michele Mignani ha testato sotto i suoi occhi la prova della sua squadra, priva della sua punta di diamante: Mirco Antenucci.

Il risultato, al netto dei tre punti, è stato senza dubbio positivo. Si è vista una squadra che sapeva cosa fare con la palla tra i piedi. Evidente la qualità di gioco che premiava le sovrapposizioni dei terzini, l'ampiezza del campo, i tagli degli attaccanti e le invenzioni degli uomini dal maggior tasso tecnico. Una difesa attenta nelle marcature preventive e un centrocampo abile a leggere le sponde degli attaccanti per riempire l'area di rigore.

Questo Bari, insomma, sembra poter fare a meno del suo bomber principe. Ed è questa una delle maggiori differenze con il recente passato. Negli ultimi due anni la squadra era apparsa troppo spesso Antenucci-dipendente. Di solito i biancorossi si aggrappavano alle giocate e alle invenzioni dell'ex Spal, e quando lo stesso non riusciva ad offrire prove all'altezza del suo nome, spesso mancava un'alternativa di pari valore. Il dato del resto parla da sé: due vittorie, tre pareggi ed un ko senza Antenucci.

Può sorridere Mignani e può farlo anche Polito, consapevole di aver allestito una squadra dall'alto tasso offensivo. In tre partite i galletti sono andati a segno con cinque marcatori diversi, record del girone C. Antenucci finalmente è il valore aggiunto ad un team già di per sé di assoluto livello.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 15 settembre 2021 alle 18:00
Autore: Claudio Mele
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