Era il 17 giugno 2021 e un Bari spiaggiato nei campi diroccati della Serie C decise di ripartire dal semisconosciuto Michele Mignani. L’ex difensore del Siena aveva svolto fino a quel momento una lunga gavetta tra Serie D e Serie C. Al primo anno sulla panchina biancorossa, Mignani riuscì nell’impresa solo sfiorata da Vivarini e mai neanche avvicinata da Auteri: il ritorno del galletto nel calcio che conta.
Ed è lì, nel calcio che conta, in Serie B, che il Bari di Michele Mignani ha scritto la sua pagina di storia più bella e allo stesso tempo più tragica. Al termine di un campionato eccezionale, svolto al di sopra di ogni aspettativa e conclusosi con il terzo posto in classifica, il Bari ha visto svanire il sogno (leggasi impresa) all’ultimo minuto, all’ultima palla del suo campionato. È storia nota, cronaca, sono fatti da cui un intero popolo deve ancora riprendersi. Siamo convinti però che lì, su quel gol di Leonardo Pavoletti, sia rimasta inchiodata la storia d’amore tra Michele Mignani e il Bari.
Dopo la finale play-off e svariati giorni di silenzi, il Bari ha (non) confermato il suo allenatore. Anche questa è storia nota: per giorni e giorni sono stati fatti i nomi dei tecnici più disparati: da Caserta a Inzaghi, passando per D’Angelo e Aquilani. Alla fine, è rimasto Mignani. Sì, rimasto, quasi incidentalmente e non sostenuto a dovere. Al tempo c’è stato chi ha approvato questa scelta della società, c’è chi l’ha criticata. Oggi si può dire che è stato commesso un errore. L’errore, evidente e grossolano, lo ha ammesso la società stessa. Perché, se si esonera un allenatore dopo 9 giornate – in cui, beninteso, i biancorossi non sono sul fondo della classifica – si sta ammettendo di aver fatto un errore.
La progettualità, o l’idea di progettualità, celata dietro la conferma di Mignani è stata spazzata via in un colpo solo. L’idea di un aprire un ciclo quadriennale, sostenuta dal rinnovo fino a giugno 2024 siglato questa estate, è stata spazzata via. È stata sostituita dall’anti-progettualità che la scelta di Pasquale Marino porta con sé.
La nomina sta per ricadere su un allenatore che non svolge una stagione completa (dalla prima all’ultima giornata) dal campionato di Serie B 2018-19 e che non allena da due anni. Sono le mani alzate da parte di una società che ammette oggi così di navigare a vista, certificando di aver sbagliato tutto quest’estate e presentando ora il conto a colui che aveva riportato il Bari in Serie B e a una traversa dal Paradiso. Buona fortuna a Michele Mignani.
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