Il Bari ci riprova. Dopo aver lanciato – a volte senza volerlo, altre con visione – giovani difensori poi sbocciati altrove, ora tocca a Kassama. Classe 2003, arrivato in prestito dal Trento, si candida a essere il nuovo nome su cui scommettere. Un profilo fisico e verticale, da plasmare, ma con margini di crescita evidenti. E il passato recente del Bari racconta che i centrali giovani da queste parti possono davvero esplodere.

Lo sa bene chi ha visto muovere i primi passi di Leonardo Bonucci. Il Bari lo prese per una grande cifra all'epoca per un difensore, pur di accontentare il nuovo mister Giampiero Ventura: 10,5 milioni dal Genoa che lo aveva appena acquistato dall'Inter per 4. Ma è grazie a Bari che è nato il talento e la leadership che avrebbero portato il difensore di Viterbo alla Juventus e alla Nazionale. Il Bari riuscì comunque in una buona plusvalenza, vendendolo ai bianconeri per 15 milioni. Bonucci è rimasto comunque un simbolo del rinascimento biancorosso e di quel percorso.

Il compagno di reparto e coetaneo di Bonucci era Andrea Ranocchia, anch’egli cresciuto nell’anno magico 2009-10 con il Bari ma già molto promettente dalla Serie B l'anno precedente della promozione. A differenza di Bonucci però era in prestito dal Genoa, che dopo quell'anno lo vendette all'Inter per 13 milioni. Ranocchia affinò al Bari le sue letture difensive e personalità, fino ad affermarsi in Serie A e diventare capitano dell’Inter.

Nosa Edward Obaretin, centrale italo-nigeriano classe 2003 di proprietà del Napoli, ha disputato la scorsa stagione a Bari in prestito. Obaretin ha mostrato potenziale in Serie B: fisico possente (1,93 m), buon piede sinistro e presenza in campo. Un rendimento un po' altalenante, restano da valutare continuità e concretezza, ma la base c’è.

Altro profilo quello di Kamil Glik, classe 1988: arrivò al Bari a gennaio del 2011, in prestito dal Palermo. Il Bari era nel pieno della sua ultima stagione in Serie A, e il giovane polacco fu chiamato a dare una mano in una situazione tecnica e di classifica assai delicata. Nonostante le sole 16 presenze, lasciò intravedere già allora quelle che sarebbero diventate le sue doti distintive: fisicità, senso della posizione, coraggio nei duelli e una leadership naturale. Dopo quella breve esperienza pugliese, Glik trovò continuità nel Torino, dove si consacrò come capitano e pilastro difensivo in Serie A e in Europa League. Da lì il salto al Monaco e poi l'approdo in Nazionale polacca, con cui ha disputato Mondiali ed Europei da titolare. Il Bari non fu il punto più alto della sua carriera, ma certamente fu uno snodo importante nel suo percorso di crescita.

Più lunga e articolata invece l’esperienza di Luca Ceppitelli a Bari. Arrivato nel 2013, fu titolare fisso per due stagioni piene in Serie B, collezionando oltre 60 presenze e 6 reti, spesso decisive su palla inattiva. Difensore pulito, bravo nel gioco aereo e puntuale nelle letture, Ceppitelli mostrò grande affidabilità e maturità fin da giovane, tanto da attirare l’interesse del Cagliari, dove poi ha trascorso la parte più significativa della sua carriera. In Sardegna ha trovato anche la fascia da capitano, diventando una figura centrale nelle salvezze in Serie A dei rossoblù tra il 2015 e il 2022. Anche lui, come Glik, ha utilizzato Bari come un trampolino: una piazza esigente che tempra, che forma, che insegna cosa vuol dire difendere con responsabilità davanti a una delle curve più calde d’Italia.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 luglio 2025 alle 23:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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