Paolo Tavano, attuale vicepresidente del Monopoli, resta un grande tifoso del Bari. L'ex dirigente biancorosso è intervenuto ai microfoni di TuttoBari per commentare il Bari del futuro: “Nonostante il mio ruolo attuale – racconta – non rinnegherò mai i miei 23 anni nel Bari. Ho vissuto gioie e dolori, ma oggi mi resta solo la parte bella. Anche quest’anno, quando potevo, seguivo il Bari: il Monopoli giocava di domenica, quindi il sabato ero libero di guardare i biancorossi.”

La scorsa stagione lo ha lasciato con un senso di delusione. “Mi aspettavo più cattiveria dalla squadra. Più fame. Per questo ho guardato con attenzione come si sarebbe mossa la società quest’anno.”

A partire dall’allenatore. Tavano spende parole positive per Caserta: “Mi ha colpito molto ciò che mi ha raccontato il presidente del Catanzaro: Caserta è uno che lavora duro, tiene al gruppo, ma soprattutto allo spogliatoio. E questa è la cosa più importante in una squadra. Anche a Monopoli, dove non abbiamo fuoriclasse, lo spogliatoio unito ha fatto la differenza.”

Un altro tema centrale, per Tavano, è la gestione del mercato. “Conosco bene Moncini, è un attaccante che ha sempre fatto gol, uno tosto, che lotta in area. Mi ricorda certi centravanti dei tempi di Ventura. Anche se l’autogestione economica che vige al Bari – dipendente da quello che arriva da Roma – rende tutto più complicato.”

Non è altrettanto sicuro sul portiere Cerofolini: “Non lo conosco abbastanza. Mentre a centrocampo la partenza di Maita pesa, perché ha scelto i soldi piuttosto che la maglia. E questa cosa pesa eccome”.

Tavano spera in un rinforzo come Djavan Anderson: “Quando ce lo segnalò Massimo Donati, era uno sconosciuto, svincolato. Poi ha dimostrato carattere e solidità, quello che serve in Serie B. In mezzo al campo servono gambe, testa e soprattutto combattività.”

A proposito di modulo e convivenze in attacco, Tavano analizza così la coppia Gytkjaer-Moncini: “Potrebbero coesistere, ma tutto dipende dal sistema di gioco. Un 4-3-3 o un 4-2-3-1 presuppongono una sola punta, ma magari uno può essere adattato.”

Sguardo attento anche sui giovani, come Riccardo Pagano: “È in prestito dalla Roma, classe 2004, potrebbe dare freschezza e contribuire in modo importante. Ma non bisogna solo pensare a prestiti: servono anche ragazzi cresciuti in casa.”

Chiude con una nota di realismo e passione: “Io non accuso né Magalini né nessuno: li ho visti spesso a Monopoli, lavorano bene. Ma il Bari ha bisogno di anima. Nella 'meravigliosa stagione fallimentare' - ricorda - abbiamo vissuto il miracolo sportivo solo grazie alla passione dei calciatori, non ai soldi. E Bellomo, anche se a fine carriera, è uno che Bari ce l’ha nel sangue. Serve gente così. Perché Bari non è una piazza qualsiasi”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 luglio 2025 alle 07:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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