Nel secondo atto della sua lunga intervista ai nostri microfoni, Paolo Tavano, vicepresidente del Monopoli ed ex dirigente biancorosso, tocca uno dei nervi scoperti del Bari: l’assenza di un centro sportivo. Per lui, la mancanza di infrastrutture è un segno evidente di carenza di progettualità.

“Mi meraviglia che De Laurentiis non abbia ancora pensato a un centro sportivo. Bari è il capoluogo di regione, ma è indietro rispetto a Lecce, Catania, Catanzaro, Palermo, Salerno, Benevento. Anche realtà come l’Albinoleffe, o in Trentino, hanno strutture di altissimo livello. Con tanto di dentista, radiologo e professionalità a disposizione. E le sfruttano tutto l’anno, anche per sci, rugby, eventi. A Bari, niente.”

Per Tavano, il centro sportivo è molto più che un optional. È una scelta di visione. “Un investimento così patrimonializza la società. Se vuoi vendere, devi renderla appetibile. E un centro sportivo serve anche a sviluppare il settore giovanile, cosa che al Bari manca da troppo tempo.”

È qui che si apre un altro tema caldo: la Primavera. “Sono anni che non esce un giocatore dal vivaio. Mi dispiace, perché Bari potrebbe avere una cantera fortissima, ma mancano campi, tecnici ben pagati, strutture. Oggi gli allenatori guadagnano 300-400 euro al mese. Cosa vuoi pretendere?”

Poi c’è il tema stadio. “La gestione è ancora provvisoria. Si usa per i concerti e per l’Altamura, che paga cifre enormi. E quest’anno, con pochi abbonati, rischia di restare mezzo vuoto. Ma il tifoso barese vive di calcio e gli basta poco per riaccendersi. Se manca empatia, è perché non si sente coinvolto. Ma spero tanto che torni l'entusiasmo perché se c'è unione con la società si possono ottenere bei traguardi”

Un nodo cruciale resta appunto la multiproprietà. “Rispetto a quanto accaduto con Lotito e la Salernitana, dove sì si sono mossi subito per vendere, qui no. Ma De Laurentiis non fa calcio puro, fa business. Lo fa bene, come dimostra Napoli.”

Tavano conosce anche il dietro le quinte economico. “De Laurentiis ha speso solo due milioni solo per prendersi il Bari. E la società Bari, l’anno scorso, ha chiuso in perdita di soli due milioni. Come il Monopoli. Nessuno può pretendere sempre di chiudere in positivo. Il calcio, oggi, è sostenibile solo se progetti.”

E lancia un’ultima frecciata: “Se il Bari non investe nei giovani, se non costruisce infrastrutture, non farà mai plusvalenze vere. Continuerà a pescare prestiti o ‘pezzi da museo’ a fine carriera. E questo è il vero limite.”

L’intervista si chiude con una speranza, amara ma sincera: “Spero sempre nel miracolo di San Nicola. Perché questa città merita molto più di quello che ha ricevuto finora.”

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 15 luglio 2025 alle 13:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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