Determinazione, coraggio e convinzione non possono mancare nel match-clou del campionato, in programma domani al Granillo. Lo sanno benissimo i due capitani, Francesco De Rose e Valerio Di Cesare, gli unici calciatori delle rispettive rose ad aver militato per tre anni nelle squadre. Un periodo consistente, in cui si è compreso sempre di più le elevate esigenze e aspettative dei tifosi. Gemellaggio a parte, parliamo di due piazze molto simili: calde e vogliose di risalire rapidamente nelle categorie che contano dopo i momenti infelici a causa del fallimento.
Il leader della Reggina in estate è tornato a vestire la maglia amaranto a distanza di 5 anni e mezzo dalle sue ultime apparizioni in Serie B tra il 2011 e il 2014. In questo arco di tempo il centrocampista ha incontrato il Bari per 2 volte con un bilancio di un pareggio e una sconfitta (al San Nicola nel 2012, reti di De Falco e Stoian). Tecnicamente ci sarebbe anche una terza sfida, vittoria interna dei calabresi per 3-1, saltata però causa squalifica. Annate caratterizzate da alti e bassi, passando dal sogno promozione del 2011 (sesto posto in classifica ed eliminazione ai playoff) alla retrocessione in C nel 2014, concretizzata però solo dopo il suo addio (Lecce) a gennaio.
In questo campionato De Rose è una delle certezze nello scacchiere di mister Toscano. La fascia di capitano per lui non è solo una questione d'esperienza ma anche di responsabilità, uno dei pochi a metterci la faccia dopo il recente ko con la Cavese, scusandosi pubblicamente con i tifosi. La sua testa è, inoltre, proiettata da giorni al match di domani, considerata la panchina nel turno infrasettimanale, scelta condivisa con il tecnico per un recupero completo delle energie.
Cammino abbastanza simile anche per il difensore biancorosso. Una prima parentesi a Bari tra il 2015 e il gennaio 2017, caratterizzata anche qui da una cocente delusione nel finale di stagione: ko nel primo turno dei playoff con il Novara (stessa artefice dell'uscita della Reggina nel già citato 2011). Il suo ritorno in biancorosso ha, invece, coinciso con il punto più basso dalla storia del club, cioè la ripartenza dalla Serie D. Un anno che, promozione a parte, ha fatto definitivamente scoccare l'amore con la piazza, grazie alla scelta di cuore nel sodalizio del progetto biancorosso dopo due promozioni consecutive dalla C alla A con il Parma. Al contrario del suo antagonista, Di Cesare prima della sfida d'andata non aveva mai disputato un match con la Reggina, le uniche esperienze di gemellaggio sono state condivise contro la Salernitana.
La sfida di domani ha però un peso notevole per la storia e per la classifica, tanto da risultare probabilmente unica. Il tutto è però attanagliato dalle incognite relative alle condizioni di Di Cesare, alla ricerca di un recupero lampo dopo l'infortunio al ginocchio di domenica contro il Rieti. In caso contrario a guidare la formazione di mister Vivarini ci sarà Mirco Antenucci, indiscusso leader offensivo e già capitano nel turno infrasettimanale.
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