Il Bari è tornato in Serie B a quattro anni dal fallimento. Una categoria che meglio si addice alla piazza barese, che nel corso della sua ultracentenaria storia ha vissuto per ben 50 stagioni. Continua oggi il nostro viaggio nella storia che proverà a far rivivere questi campionati, segnati dalla gioia di una promozione alla tristezza di una retrocessione, ma anche dalla felicità di una salvezza raggiunta miracolosamente alla rabbia per un sogno svanito sul più bello. Dopo lo scorso episodio che trattava la stagione 2001/02, facciamo un salto indietro nel tempo fino alla stagione 1972/73.
Il Bari di De Palo è reduce da un anonimo undicesimo posto in classifica, nonostante l'obiettivo fosse la promozione. In un ambiente depresso e esigente come quello biancorosso, la società deve fare di necessità virtù e opera una politica di "svecchiamento", decidendo di puntare su giovani scommesse. Si parte dalla panchina, dove viene scelto Carlo Regalia per tirare le redini della squadra al posto di Toneatto. Quello che poi diventerà uno dei più grandi diesse della storia del Bari, fino ad allora era il vice di Gigi Radice a Cesena, con un'esperienza in panchina quasi nulla.
Regalia, insieme a De Palo, opera una politica di spending review. Salutano il capoluogo pugliese tre pilastri della squadra: il bomber Mujesan (che va alla Roma), il grande Mario Fara e il numero uno Spalazzi. I biancorossi prelevano dalla Fiorentina il giovanissimo Italo Florio e dal Trento arriva Dino Sigarini. Altri acquisti degni di nota Gianfranco Casarsa dal Bellaria Igea Marina e Pierluigi Consonni dal Derthona. In una squadra piena zeppa di ragazzi dal futuro avvenire, il Bari riparte cercando di puntare alle zone alte della classifica. Gianni Antonucci, storico del Bari, ribattezza in seguito quella squadra il Bari dell'onda verde.
Il campionato inizia bene, con la squadra imbattuta dopo sei giornate, con quattro vittorie e due pari. Dalla settima giornata la squadra comincia a balbettare e chiude il girone d'andata al quinto posto, ex aequo con Foggia e Varese. Nel girone di ritorno, però, le cose si mettono male, con i ragazzi di Regalia che alternano sconfitte e pareggi. La squadra per dodici turni manca il successo, che arriva solo alla 31a giornata con la Reggina. Con la promozione ormai definitivamente sfumata, i galletti chiudono l'anno con un mesto undicesimo posto.
I baresi, però, sono dal palato fine e riconoscono il valore dell'impegno. L'annata, infatti, al netto della posizione finale è ritenuta più che soddisfacente e lo dimostrano le presenze al Della Vittoria. In particolare, oltre alle reti di Casarsa e Sigarini il pubblico è estasiato dalle giocate di Florio. Il funambolo silano era solito compiere numeri da categoria superiore, deliziando la platea con giocate da circo. Nonostante le marcature a uomo, Florio sgusciava via come se nulla fosse, con estro e classe. Il top si raggiunse in un Bari-Arezzo, quando dopo l'ennesimo intervento rude dei difensori aretini, Florio sfuggì via con un tunnel e per "protesta" si fermò e si sedette sul pallone. Altro calcio, altri tempi.
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