Pasquetta in zona rossa. Come un anno fa, l’Italia resta chiusa in casa. Nessuna grigliata tipica di giornate come questa, visto l’attuale momento storico. È comunque tempo di riflessioni e domande, con protagonista il futuro del Bari.
Il Bari è uscito definitivamente dalla crisi?
Non è ancora guarito del tutto, ma il peggio sembra passato. Le scorse due vittorie contro Paganese e Vibonese hanno ridato fiducia e serenità al gruppo, che per ritrovare la via ha vissuto il suo secondo ritiro di questa stagione altalenante. Le indubbie difficoltà e i problemi numerici restano, il Bari però dovrà farsi forza e continuare su questa strada. Una guarigione che, per poter essere certificata, passerà da Avellino e le restanti tre sfide di campionato.
Quanta importanza avrà il prossimo big match di Avellino?
Sarà di un’importanza capitale. Inutile ribadirlo, ma al Partenio andrà in scena una partita da tripla, aperta ad ogni risultato. Una gara da sempre sentita da entrambe le piazze, e che merita una prestazione autorevole dai galletti. I tifosi sanno bene che se il Bari ambisce al secondo posto, deve assolutamente vincere: per mettere paura ai lupi e lanciare un segnale in vista dei play-off.
Come arriverà il Bari a questo scontro diretto?
Certamente meglio rispetto a qualche settimana fa. Pian piano sta riacquistando le sue certezze, così come - sulla falsariga di Ciofani - non sono da escludere dei recuperi dal reparto infortunati. Dopo aver riposato solo un giorno per Pasqua, un altro aspetto da non sottovalutare è l’aver rosicchiato ben tre punti nell’ultima giornata. Ora a -4, l’Avellino avrà il dente avvelenato: oltre all’obiettivo di tenere a distanza i biancorossi, vorrà soprattutto vendicare sia il 4-1 dell’andata sia quello più recente, sfoderato dalla Ternana che ha festeggiato la Serie B matematica. Su un campo a dir poco ostico, il Bari non può fallire un match che vale una stagione.
Antenucci è tornato?
Il gol decisivo trovato a Vibo Valentia significa molto per lui, condito dall’esultanza dedicata al futuro bambino. Il suo lungo digiuno - un evento praticamente mai provato dai tifosi baresi -, durato ben undici giornate, è stato finalmente spezzato. Peraltro quasi una chiusura del cerchio, dato che nuovamente di fronte a Marson, il primo portiere che gli ha parato un rigore da quando veste il biancorosso, stavolta è stato trafitto su quello stesso angolo sinistro. La speranza è che Antenucci si sia veramente sbloccato. E possa tornare alle vecchie (ma buone) abitudini da bomber di categoria superiore.
Adesso toccherà a Cianci?
È indubbiamente l’altro grande assente in termini realizzativi. I tre sigilli nelle prime tre in biancorosso sono impressi nei ricordi dei baresi, che si augurano di vederlo presto esultare. Per il centravanti barivecchiano, con la maglia della sua città indosso, non è un problema non segnare. Conta solo il risultato, che però dipenderà anche da lui. Inoltre, proprio in vista dei play-off, c’è una coppia gol da affinare in compagnia di Antenucci.
Quante possibilità avrà il Bari ai play-off?
Alquanto difficile stabilirlo. Molto dipenderà dalla fine della regular season. Se arriverà al momento clou di slancio, magari con sei successi consecutivi ed un secondo posto in tasca, potrebbe rientrare tra le favorite alla promozione. Occhio, però, anche al regolamento play-off: quest’anno, se dovesse rimanere invariato, le sfide saranno basate su andata e ritorno. Una doppia chance che potrebbe rivelarsi utile per una squadra che, proprio come il Bari, molto spesso pecca negli scontri diretti.
Cosa servirà al Bari per i play-off?
Compattezza, motivazioni e capacità di soffrire. La post season è davvero un campionato a parte, ragion per cui non bisogna lasciarsi sfuggire questo ultimo treno per la promozione. Giorno dopo giorno, il Bari sta provando a risalire la china e a ricomporre i pezzi. I dettagli faranno certamente la differenza, ma serviranno una panchina maggiormente lunga ed una condizione psico-fisica al top. Tra fortuna e lavoro, arrivare dunque nella migliore maniera possibile.
Con Carrera si può aprire un ciclo?
Ancora presto per dirlo. Dalla sua parte c’è sicuramente il bel rapporto instaurato con l’ambiente, la grande esperienza (internazionale e pure da vincente, sia con mister Conte che da solista) ed il legame in crescita con i galletti, che di lui stanno apprezzando doti e qualità umane da psicologo. Al di là delle idee tecnico-tattiche, stupisce la capacità di tirar fuori il massimo da ciò che ha a disposizione, senza ricorrere neppure al mercato degli svincolati. Molto dipenderà dall’epilogo di questa stagione, ma le sensazioni sono positive.
Quale futuro per Mercurio e Mané?
Tornando a Carrera, è da lodare il coraggio con cui ha lanciato nella mischia due classe 2003. Entrambi stanno sognando ad occhi aperti, e vogliono farlo fino in fondo. La serie di infortuni ha spalancato le porte ai ragazzi della Berretti, che si stanno facendo valere con spavalderia e maturità. Il loro futuro è tutto da scrivere, andranno gestiti con sapienza, ma sono già degli esempi da seguire per credere di più nel settore giovanile.
Chi siederà sulla poltrona da direttore sportivo?
Al momento nessuna novità. La scadenza del 10 aprile si avvicina, questo è poco ma sicuro. Tutto lascia immaginare che la soluzione interna sarà la decisione della società. Una strategia per temporeggiare e cercare un profilo competente a bocce ferme, a prescindere dalla categoria.
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