Al San Nicola il Natale arriva a metà. Bari e Avellino si dividono la posta in un pareggio che lascia sensazioni contrastanti: un punto che muove poco la classifica e, soprattutto, non scioglie i nodi di una squadra che continua a cercare se stessa sotto la gestione Vivarini.

L’1-1 finale è lo specchio fedele di una gara spezzettata, nervosa, a tratti povera di qualità ma non di intensità. Il Bari approccia con discreta personalità, costruisce qualcosa in più nel primo tempo e avrebbe anche il demerito – enorme – di non capitalizzare l’occasione più clamorosa del match: prima il miracolo di Daffara su Braunoder, poi l’errore imperdonabile di Gytkjaer a un metro dalla porta. È lì che la partita avrebbe potuto prendere una direzione diversa.

La ripresa sembra finalmente accendersi nel modo giusto. Il gol di Dickmann, nato da un’azione pulita e da un controllo-sterzata da manuale, dà l’illusione di una svolta: San Nicola che si anima, Bari che sembra poter gestire, Avellino che vacilla. Ma è un’illusione che dura poco. Come già visto troppe volte, i biancorossi arretrano, perdono campo e concedono agli irpini l’inerzia del match. Il pareggio di Biasci, su ribattuta dopo l’ennesima respinta corta di Cerofolini, è la fotografia di un Bari fragile, poco cattivo, incapace di chiudere le partite e di difendere i momenti favorevoli.

Nel finale l’Avellino dà persino la sensazione di poterne avere di più, mentre il Bari si aggrappa alla resistenza e a qualche sporadica ripartenza. I cambi non spostano l’equilibrio, la qualità resta intermittente, la lucidità cala. E così il triplice fischio arriva senza rimpianti per il risultato, ma con molti interrogativi per il futuro.

Sei partite senza vittorie per Vivarini iniziano a pesare. Non tanto – o non solo – per i numeri, quanto per la sensazione di una squadra ancora incompiuta: idee a sprazzi, identità non definita, limiti caratteriali che emergono puntualmente nei momenti chiave. Il Bari ha mostrato segnali di vita, ma anche i soliti difetti: poca concretezza davanti, gestione emotiva rivedibile, difficoltà a mantenere continuità nell’arco dei novanta minuti.

Il Natale, almeno sul campo, non porta il regalo atteso. Resta un pareggio che sa di occasione mancata e che lascia il Bari sospeso, in cerca di risposte e di quella vittoria che manca ormai da troppo tempo. La speranza è che la pausa serva a rimettere ordine, perché il tempo delle attenuanti sta finendo.

Sezione: Copertina / Data: Sab 27 dicembre 2025 alle 21:35
Autore: Antonio Testini
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