"Un professionista esemplare, dal quale tutti dovrebbero prendere esempio": è stato questo il sunto delle parole al miele spese da Michele Mignani prima della sfida contro la Fidelis Andria nei riguardi di Mirco Antenucci. Una lode meritata dal numero sette, che in stagione è stato messo in discussione e ha risposto alla grande: le tre panchine di fila accumulate nella prima parte della stagione avevano fatto parlare l'intera piazza, data la novità e lo status da assoluto protagonista che l'ex Spal riveste nell'organico biancorosso.

Una scelta pienamente coerente con il credo sempre professato da Mignani, che ha sempre affermato come in questo Bari "non esistono titolari" e gioca sempre chi sta meglio dei compagni. E infatti, quando Antenucci è stato rigettato nella mischia, il suo impatto è stato devastante: per capirlo è bastata la partita del rientro dal primo minuto, quella contro il Campobasso, segnata da una rete e un assist.

Poi al numero sette è stato concesso uno scampolo di partita contro il Foggia, in cui non è riuscito ad incidere, e settanta minuti di partita contro la Virtus  Francavilla, in cui è affondato insieme al resto della squadra. Da allora, però, Antenucci sembra aver ritrovato quella condizione di forma che latitava, imponendosi nuovamente come quel talento in grado di inventare la giocata e risolvere le partite. Lavorando non solo per sé stesso, ma anche insieme ai compagni: proprio la partita di ieri dimostra quanto il suo apporto sia importante nel momento in cui il numero sette esce dall'area di rigore per creare spazi e giocare il pallone mandando il resto della squadra in gol.

Con il Catanzaro è arrivato il pesantissimo gol che ha sbloccato l'incontro, con la Vibonese un assist per Ruben Botta e la trasformazione dal dischetto che ha chiuso i conti dell'incontro, con la Fidelis Andria un altro assist, un gol ed una prestazione da incorniciare. Sono le tappe di una rinascita, che ha permesso di superare le difficoltà e rilanciarsi insieme alla squadra. Imponendosi anche come esempio per i compagni. Perché, come ha detto giustamente Mignani, se uno come lui è stato in panchina mantenendo la doverosa professionalità, allora in questo Bari possono farlo tutti. Così facendo, chiunque deve sentirsi responsabilizzato e dare il massimo: e al Bari non può che giovare.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 22 novembre 2021 alle 18:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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