Il Bari è tornato alla vittoria, e lo ha fatto con una prestazione convincente in casa del malmesso Bisceglie. Oltre ai 3 gol sono arrivate anche interessanti novità tattiche, con l'abbandono del 3-5-2 a vantaggio di un più frizzante 4-3-1-2. I benefici di questa variazione si sono visti soprattutto nel maggiore coinvolgimento nella manovra di Mirko Antenucci, che con i due gol realizzati ha raggiunto quota 9 in campionato. La buona riuscita di questo modulo è però legata in modo viscerale ad un ruolo: il trequartista.

Un ruolo con funzioni polivalenti: deve essere abile nello stretto ed efficace palla al piede in fase offensiva e allo stesso tempo dinamico e concentrato in fase di non possesso. Per svolgere al meglio questi compiti il Bari non ha in rosa un trequartista di ruolo, ma ha diversi giocatori facilmente adattabili, ognuno con caratteristiche differenti.

A Bisceglie ha ricoperto il suddetto ruolo Giovanni Terrani, in fiducia dopo il gol contro la Vibonese ed autore di una prestazione più che sufficiente. Scavando nella sua carriera è possibile trovare un passato da trequartista nel Perugia di Massimo Oddo, una parentesi breve ma sicuramente indicativa. Terrani ha sensibilità tecnica e tattica necessarie per ricoprire il ruolo, conseguenza di una duttilità che fino ad ora gli ha permesso di ritagliarsi spazi in diversi ruolo del campo. Ciò in cui è inferiore ad alcuni compagni di squadra è sicuramente il cambio passo. All'interno della sua variegata rosa, il Bari ha due giocatori fenomenali nel dribbling e nel creare superiorità come Neglia e Floriano. Quest'ultimo nel finale del match di Bisceglie è stato schierato alle spalle delle due punte, a conferma del fatto che per Vivarini in quel ruolo le gerarchie siano tutte da definire.

Per quanto riguarda Samuele Neglia il discorso è leggermente diverso: in carriera non ha mai ricoperto quel ruolo, prediligendo la fascia, sua comfort zone. Va però segnalato che, nel match contro l'Avellino di qualche settimana fa, è stato provato nel ruolo di seconda punta, in un primo abbozzo di migrazione dall'esterno a zone più centrali del campo. Concludendo la panoramica sul reparto offensivo pare più complesso l'adattamento di Eugenio D'Ursi, che ad oggi collochiamo nella lista di vice Simeri o Antenucci.

Più difficile ma comunque da tenere in considerazione è l'ipotesi di un 4-3-1-2 più conservativo, con la presenza alle spalle delle due punte di una mezzala adattata. Organico alla mano l'unico che in passato ha ricoperto quel ruolo è Manuel Scavone, soprattutto negli anni a Vercelli. Questa sarebbe però una scelta quasi contraria a quello che è il principale obiettivo di questa rivoluzione tattica: aumentare il potenziale tecnico della squadra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 12 novembre 2019 alle 17:15
Autore: Giovanni Fasano
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