Oggi Alessandro Gazzi non segue il calcio con la stessa costanza di un tempo, ma quando si parla di Bari, la memoria si attiva subito. Nel corso dell'intervista rilasciata ai nostri microfoni, ha precisato: "Non ho visto tante partite, ma a inizio stagione dissi che Longo mi sembrava il profilo giusto per un campionato più solido, diverso dal precedente. E guardando in generale, senza entrare nello specifico, mi pare che le cose siano andate un po’ come mi aspettavo".

Gazzi ha colto bene lo stato d’animo della piazza: "So che a Bari le aspettative sono sempre alte. È normale. Dopo la delusione della finale playoff di due anni fa, si sperava in una crescita immediata. Ma quando le ambizioni sono così grandi, bisogna anche saperle gestire. Avere aspettative alte alza l’asticella, ma può anche diventare un peso. Serve equilibrio. Serve pazienza".

E sulla proprietà dei De Laurentiis, resta cauto ma chiaro: "Non conosco nel dettaglio gli assetti societari. Ma quando si parla del Bari, spero sempre che le cose vadano per il meglio. Servono progettualità e continuità, ma anche la consapevolezza che non è tutto scontato. Costruire grandi stagioni richiede tempo".

Gazzi era uno di quei centrocampisti che oggi sembrano appartenere a un’altra epoca, e quando gli si chiede come sia cambiato quel ruolo risponde con lucidità: "Il ruolo si è evoluto seguendo i cambiamenti del calcio, soprattutto con l’influenza di altre culture. Un esempio semplice è il Barcellona: ha portato una visione nuova, collettiva, che ha cambiato la struttura del centrocampo. Oggi ci sono meno centrocampisti puri, più giocatori dinamici, che si propongono, si muovono molto, interpretano in modo più completo la fase offensiva. È lo stile di gioco che cambia, e noi dobbiamo adattarci".

Dal passato al presente, Gazzi non dimentica le radici. E anzi, le porta nel cuore… e nel palato: "Mi manca la focaccia. Ma anche i panzerotti, riso patate e cozze, le orecchiette con le cime di rapa. Bari mi ha dato tanto anche da quel punto di vista", dice ridendo.

Un ultimo pensiero va a chi oggi indossa quella maglia e a chi continua a tifarla, ogni domenica: "Auguro al Bari un campionato migliore del precedente. Se qualcosa non è andato, che si possano trovare le risposte giuste. La città e i tifosi meritano entusiasmo. Io, nel mio piccolo, sarò sempre grato per tutto".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 giugno 2025 alle 10:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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