Un calciatore prima di essere tale deve passare da lì. Deve vivere le partite su quei gradoni, sugli spalti, a petto nudo riscaldato da quelli che sono i tuoi fratelli in quel momento, gente che non si conosce che in quei 90 minuti diventa il tuo migliore amico. Deve capire cosa significa cantare a squarciagola anche quando senti di non averne più, quando senti la voce raschiare e cominci a tossire.
In quei momenti un tifoso cosa fa? Molti smetterebbero di cantare, perché tanto “pccè ia fa u mal sang p chiss”. Un calciatore dovrebbe fare lo stesso, continuare a correre, a lottare per la gloria di una città, per il raggiungimento di un obiettivo.
Un calciatore prima di essere tale deve essere un tifoso per capire cosa significa sentire due colori che rappresentano una maglia, una squadra, una città, come fossero la propria famiglia o qualcosa che gli appartiene. Io ho provato svariate volte ad immaginarmi su quel terreno di gioco.L’ho immaginato più o meno come un sogno che quasi mi vengono i brividi a pensarci. Immaginare di entrare su quel campo, sentire il profumo dell’erba appena tagliata, i tifosi che cantano per te. Io mi chiedo cosa possano desiderare quegli 11 che solcano quel terreno.
È il sogno di ogni bambino che tocca per la prima volta un pallone quello di essere lì, magari con la maglia della propria città perché sa che dietro quel pezzo di stoffa c’è ben altro. Una maglia andrebbe onorata, sudata, a costo di uscire con le ferite dal campo; in quel momento tu hai LA FORTUNA di portare la storia di una città sulle tue spalle con la consapevolezza che non sarai mai solo, perché quei “pazzi” che cantano e soffrono per te ci saranno sempre che ci sia neve, pioggia o vento. Nulla potrà impedirglielo.
Non lo fanno per chi si cela nei panni del calciatore bensì per quei colori.
Dietro quel pallone che calciate con i vostri piedi c’è il sogno di un’intera città. E se noi critichiamo non è perché ci piaccia o perché non abbiamo di meglio da fare, ma lo facciamo perché la squadra di calcio diventa come la fidanzata e se qualcosa non va bene non si riesce ad essere indifferenti.
“Bari, piazza senza equilibrio. Qui si vince e non va bene, si perde e non va bene.”Parole vostre, non mie. Forse non è ancora chiaro cosa significhi la squadra di calcio per questa città. Per noi non è il risultato la componente più importante, lo è il sacrificio, lottare su ogni pallone, e se ci incazziamo è perché ci vorremmo essere noi al posto vostro a lottare per questa Città, perché Noi sappiamo cosa è Bari e che cosa merita!
Ed innanzitutto BARI MERITA RISPETTO!
ANDREA LUPELLI
Scrivi anche tu le tue impressioni sul Bari all' indirizzo e-mail laletteradeltifoso@tuttobari.com
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