Un silenzio che fa rumore. L'indagine in corso su Infront rischia di perpetrare un altro terremoto nel mondo del calcio. Il presunto coinvolgimento del Bari ha destato preoccupazione tra i tifosi, nel mentre la società biancorossa preferisce non commentare e, fiduciosa, attende gli esiti dell'inchiesta. 

Ma cosa succederebbe se le accuse della Procura milanese fossero accertate dai fatti? Il Corriere del Mezzogiorno lo ha chiesto all'avvocato leccese Cristian Zambrini: "Se le ipotesi alla base dell’indagine dovessero tramutarsi in realtà si configurerebbe la violazione dell’articolo 8 del codice di giustizia sportiva, inerente alle violazioni in materia gestionale ed economica". Ovvero, "Se verrà concretamente dimostrato che i 460 mila euro bonificati dalla Infront sono serviti per eludere o alterare le risultanze dei controlli della Covisoc, - ha spiegato l'esperto in diritto sportivo - il Bari andrà incontro alle sanzioni previste dal codice di giustizia sportiva. Si può addirittura ipotizzare che senza quel bonifico il Bari non avrebbe rispettato le condizioni imposte dalla Covisoc che, per conseguenza, ne avrebbe rigettato l’iscrizione al campionato di competenza".

Quali potrebbero essere dunque i rischi per Paparesta e il Bari? Zambrini conclude: "I rischi sono da parametrare alle reali imputazioni e alla gravità degli atti commessi. L’articolo 8 prevede, in caso di partecipazione alla realizzazione dell’illecito amministrativo, un minimo di 6 mesi di inibizione. Per quanto riguarda il Bari, si può passare da una semplice ammenda con diffida a dei punti di penalizzazione o, in estremo, ma, non appare ipotizzabile, alla retrocessione".

Sezione: News / Data: Mer 14 ottobre 2015 alle 09:45
Autore: Redazione TuttoBari
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