Un gol è sempre bello, soprattutto per i tifosi della squadra che lo realizza. Se poi determina la vittoria, lo è ancor di più. L’urlo è liberatorio, colmo di gioia, carico di soddisfazione, intriso di emozione. 

Phil Masinga è volato in Paradiso troppo presto. In una giornata di gennaio del 2019 Dio, o chi per lui, ha deciso di reclutarlo nella squadra degli angeli. Ventuno anni prima, sempre in gennaio, un gol di Masinga ha proiettato in Paradiso il Bari e i suoi tifosi. 

Sul verde prato di San Siro sfilano i profeti del calcio nerazzurro. Da Ronaldo a Djorkeff, da Simeone a Zanetti, tutti magistralmente guidati da quel gentiluomo indimenticabile di Gigi Simoni

Il Messìa indossa un abito diverso dai profeti: è biancorosso e con un galletto sul petto. Proviene dal Sud Africa, si chiama Phil Masinga e comincia a predicare lungo la strada maestra tracciata da Eugenio Fascetti

A tredici minuti dal termine, sul punteggio di 0-0, il Bari passa in vantaggio. Sergio Volpi, il geometra del centrocampo, lascia partire un cross al bacio per Masinga. L’attaccante è bravo ad eludere Taribo West - il predicatore nigeriano che due stagioni dopo tenterà invano di convincere Marcello Lippi di aver parlato con Dio per una maglia da titolare - e a colpire la sfera con un preciso colpo di testa. Pagliuca intercetta ma non trattiene la palla e Masinga, rapido come un falco, la deposita in rete. Gol partita, vittoria, tre punti. Incontro in ghiaccio. Il Bari vince per 1-0 e si avvia verso una soddisfacente  salvezza. 

Phil Masinga avrebbe continuato a calpestare il Biscione, tra le vittime predilette, anche in altre occasioni. Ma queste sono altre storie, altri gol, sempre indimenticabili. Proprio come Phil Masinga, ieri centravanti, oggi angelo in Paradiso. 

Sezione: Amarcord / Data: Lun 29 giugno 2020 alle 07:00
Autore: Raffaele Garinella
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