Due facce, anche oggi. Come in tante altre occaioni nel corso della stagione, il Bari ha mostrato un volto nel primo tempo ed un altro nella ripresa. Ma questa volta fa un po' più male: il pareggio contro il Modena, arrivato al termine di una seconda frazione in cui la formazione biancorossa ha sofferto più del dovuto, è quello che condanna gli uomini di Mignani a dire definitivamente addio al sogno chiamato promozione diretta. In Serie A ci va il Genoa, mentre i pugliesi dovranno "accontentarsi" (e qui le virgolette sono d'obbligo) dei playoff.
Un pizzico di delusione è quanto mai legittimo. Se ad inizio stagione in pochi osavano sperare nella promozione diretta, è anche vero che l'appetito vien mangiando, e nel corso dell'anno in tanti hanno iniziato a cullare quel sogno che Cheddira e compagni hanno alimentato grazie a fame, grinta e continuità. Certo, ora che l'orizzonte si sposta definitivamente verso la post-season, sarà necessario fermarsi a riflettere anche sulle cose che non vanno.
Già, perché la partita contro il Modena ha per certi versi sintetizzato pregi e difetti di una squadra che nel corso delle ultime giornate semba vivere sulle montagne russe, e che anche all'interno delle singole gare alterna momenti di brillantezza ad altri in cui fatica a costruire gioco. Pur in un generale equilibrio, infatti, nel primo tempo la formazione di Mignani è apparsa pimpante e vivace: Botta ed Esposito sono stati molto bravi nel fare lavoro di sponda ed aprire gli spazi, ed anche il giro palla è stato abbastanza fluido. La sensazione, quando le squadre sono rientrate negli spogliatoi, era che il vantaggio ottenuto con un gran gol di Giacomo Ricci fosse nel complesso meritato.
Un Bari a due facce, abbiamo però detto. Ed infatti nella ripresa quella scesa in campo è apparsa la brutta copia della squadra che aveva chiuso in vantaggio i primi quarantacinque minuti: il Modena ha preso possesso della partita ed ha iniziato a creare pericoli, mentre i biancorossi non sono più riusciti ad uscire dalla loro metà campo. In tutto questo, i cambi di Mignani hanno lasciato più di un interrogativo: il tecnico ha infatti tolto i due attaccanti (Cheddira ed Esposito), che fino ad allora erano stati fra i migliori sul terreno di gioco, per iniziare un abbassamento del baricentro culminato con l'utilizzo di una linea difensiva a cinque. Che non è bastata per evitare il pari emiliano, arrivato su un calcio di rigore realizzato da Diaw dopo un fallo di Ricci.
E qui, forse, stanno tutti i limiti dei biancorossi, di un tecnico che ha ancora margini di crescita e di una rosa costruita con alcune lacune. Magari sono stati coperti da vari fattori nel corso della stagione, ma che sulla lunga distanza hanno fatto la differenza nella corsa verso la A diretta. Ma adesso inizia tutta un'altra storia: e da questo punto di vista, tutti i sogni sono intatti.
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