Per il Bari c’è già una novità non indifferente, avvenuta proprio lo scorso venerdì. Con l’ufficialità della cessione di Leonardo Candellone, che è tornato a vestire la maglia del Sudtirol, sono completamente spariti tutti i prestiti biennali giunti dal Napoli, l’altro club di proprietà dei De Laurentiis. Una modalità necessaria per far fronte a degli acquisti davvero onerosi e poco alla portata per una squadra di Serie C, ma che a giudicare dal rendimento dei protagonisti il bilancio si è rivelato non positivo.

Dopo il ritorno del Bari tra i professionisti, furono quattro i calciatori girati a titolo temporaneo dagli azzurri: Filippo Costa, Eugenio D’Ursi, Franco Ferrari e Michael Folorunsho. Il primo a lasciare Bari fu la punta italo-argentina che, finita ai margini con mister Vivarini, si trasferì al Livorno nel mercato di gennaio, chiudendo con appena un gol trovato in 13 presenze. Tanti problemi fisici, invece, per D’Ursi e Folorunsho, che delusero le grandi aspettative d’inizio campionato. L’ala napoletana raccolse solamente due reti, ma le sue prestazioni furono fortemente condizionate da una fastidiosa pubalgia. Il centrocampista italo-nigeriano, complice un infortunio al ginocchio, si dimostrò un autentico flop. Andò meglio a Costa, ma anche per lui non mancarono le difficoltà. L’ex SPAL collezionò in totale un gol e sei assist, eppure dovette fare i conti con un adattamento al ruolo di terzino sinistro, in cui fu sostituito addirittura da Perrotta durante il passaggio al modulo 4-3-1-2.

Nella stagione 2020/21 si dimezzarono i prestiti dal Napoli. L’unico superstite dell’anno precedente fu D’Ursi, smanioso di rilanciarsi ad ogni costo soprattutto grazie all’arrivo in panchina di Gaetano Auteri, suo mentore a Catanzaro dove segnò ben 16 marcature. Recuperato sia fisicamente che mentalmente, il D’Ursi-bis fu certamente più soddisfacente rispetto alla prima esperienza con il Bari. A darne la prova furono gli 11 sigilli realizzati, sempre decisivi e spesso di rara bellezza. Al pupillo di Auteri si aggiunse soltanto Candellone, autore però di un’annata assolutamente fallimentare. Numeri alla mano, il classe ’97 non è mai più riuscito ad esultare dopo l’illusorio esordio con gol in Coppa Italia. Pur facendosi apprezzare dal punto di vista del sacrificio, il digiuno infinito lungo 27 partite pesa come un macigno per un attaccante.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 20 luglio 2021 alle 07:00
Autore: Gabriele Bisceglie
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