Entusiasta, convincente, a tratti contagioso. Gaetano Castrovilli è entrato con prepotenza nell'emisfero biancorosso. Non un'atmosfera insolita per lui che, proprio nel Bari, è cresciuto prima di diventare grande. Il tempo di qualche partita in prima squadra e poi il volo. Fiorentina e Lazio fra i club, la Nazionale (con cui ha vinto anche un Europeo) fra le soddisfazioni di una carriera. Ora una nuova missione: vincere, a Bari, da profeta in patria e realizzare quel sogno che lui stesso, ieri, ha senza veli ammesso in conferenza stampa, il ritorno in massima serie del club che ha sempre amato fin da bambino.

Ma nella chiacchierata di ieri con la stampa c'è stato spazio per il racconto più intimo, quello legato agli infortuni e alla voglia di rinascere, magari in simbiosi proprio coi galletti. L'ammissione di aver pensato di mollare il calcio, la salvezza rappresentata dalla nascita di un figlio che ha rilanciato stimoli e ambizioni dello stesso nuovo numero 4 biancorosso.

"Voglio che mio figlio mi veda giocare a calcio", una frase certamente emblematica del Castrovilli-pensiero. Buoni propositi che s'intrecciano con un'attualità in cui l'ex Monza ha letteralmente fiducia. "Solo due squadre sono più forti di noi", ha detto in riferimento a Venezia e Monza, peraltro proprio i due avversari che il Bari ha già affrontato in campionato. Parole da leader, anche se Castrovilli ha scansato l'etichetta, ponendola invece sul mister. Per una volta un passaggio di consegne fra calciatore e allenatore, in una direzione che dice molto sul valore - tecnico e umano - di Gaetano Castrovilli, un figlio vero di una città che non ha mai smesso di amarlo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 04 settembre 2025 alle 09:00
Autore: Redazione TuttoBari
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