Il calcio spesso appare come una dimensione distante, fatta di emozioni intense ma effimere: vittorie, sconfitte, esultanze. Ma poi arriva la vita, quella vera, a ricordare che anche dietro una maglia ci sono volti, cuori, famiglie. A volte il calcio si fa silenzioso, si inchina di fronte a qualcosa che va oltre schemi, cori e bandiere. È quello che sta accadendo in queste ore, dopo la notizia che ha sconvolto l’intera comunità biancorossa: è morto il figlio di un anno di Matthias Verreth, centrocampista belga arrivato solo qualche giorno fa a Bari.

Una tragedia inimmaginabile, che ha scosso nel profondo l’intero ambiente biancorosso. Il Bari ha scelto di interrompere con anticipo il ritiro di Roccaraso, manifestando pubblicamente la propria vicinanza al giocatore in un momento così drammatico. Al messaggio della società si è unita un’ondata di solidarietà: tanti club, italiani e stranieri, hanno fatto sentire la propria voce con parole di affetto, rispetto e un silenzioso dolore condiviso.

Purtroppo, quella di Verreth non è l’unica tragedia che in questi giorni scuote il mondo del pallone. Si moltiplicano i messaggi di sostegno anche per Julio Sergio, ex portiere della Roma, il cui figlio Enzo, quindicenne, è deceduto a causa di un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020. Un’altra battaglia drammatica che va oltre il campo, che unisce tutti sotto lo stesso colore, indistintamente

E come non tornare, con un nodo in gola, al ricordo di Xana, la figlia di Luis Enrique, morta nel 2019 a soli 9 anni, a causa di un tumore alle ossa. E ancora, uno dei drammi più toccanti degli ultimi anni: quello vissuto da Cristiano Ronaldo. «È il dolore più grande che un genitore possa provare». Con queste parole, il 19 aprile 2022, il fuoriclasse portoghese annunciava sui social la morte di Angel, uno dei due gemellini attesi con la compagna Georgina Rodríguez.

Storie diverse, unite da un’unica verità: il dolore non guarda la maglia, non fa distinzioni. Colpisce, e basta. In questi momenti il calcio si scopre fragile, e forse per questo ancora più vero. È in quelle circostanze che emergono gesti di sincera umanità, abbracci silenziosi che attraversano gli spalti, superano i confini nazionali e spogliano ogni atleta della corazza di professionista, restituendolo alla sua essenza più profonda: un uomo, un padre, un figlio. Le rivalità scompaiono, i colori si annullano, resta soltanto l’essere umano. Perché davanti a certi dolori si è solo esseri umani. E nessuna parola potrà mai bastare. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 luglio 2025 alle 20:00
Autore: Martina Michea
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