I tifosi del Bari conservano un bel ricordo di Enrico Guarna, portiere in biancorosso per tre stagioni e protagonista tra i pali anche nella "meravigliosa stagione fallimentare". L'ex portiere è intervenuto ai microfoni di TuttoBari per commentare passato e futuro dell'ambiante barese. Con l’arrivo di Fabio Caserta, il Bari prova a voltare pagina e Guarna si mostra ottimista: "Caserta è stato a Catanzaro - Guarna è nato proprio lì, ndr - l’anno scorso. Ho tanti amici calabresi che lo hanno seguito e mi hanno detto che ha fatto bene. Era arrivato dopo Vivarini, che aveva fatto benissimo, e non ha avuto paura. Anche lui ha fatto bene. A Bari però bisogna fare bene, punto. E questo significa vincere. Il campionato di Serie B è strano: può essere bello o meno bello come l’anno scorso, ma bisogna togliersi dalla testa quella sconfitta con il Cagliari. Non è facile, né per i tifosi né per chi vive ancora l’ambiente, ma bisogna cancellarla".

Secondo Guarna, i tifosi fanno bene a pretendere molto: "A Bari si aspettano un allenatore che magari scenda dalla Serie A per provare a vincere. Il Palermo con Inzaghi ha dato un segnale chiaro: ha preso un allenatore che ha vinto e vuole vincere ancora. Un gesto di ambizione. Manca un segnale simile da parte del Bari ma non vivendola personalmente sono cose che non riesco a capire. Il tifoso si aspetta sempre il massimo, e il massimo è la Serie A. Il massimo è costruire pian piano Serie A. Non è semplice".

Sul tema multiproprietà e sul piano societario, Guarna si espone con cautela, ma con sincerità: "Quando le cose non vanno bene, si comincia a dire che non vogliono salire. Ma un giocatore che sale ha vinto un campionato, ha un contratto che vale il doppio. Una società che vende in Serie A cede un prodotto che vale molto di più. Quindi è tutto diverso. Però non so dire se i De Laurentiis abbiano davvero l’intenzione di salire. Non è che non voglio rispondere, ma sono dinamiche che conosce solo chi sta dentro. Il tifoso però ha diritto di pretendere qualcosa in più, sia che vada allo stadio, che segua da casa o che organizzi la curva. E se non vuoi vivere la pressione, non vai a Bari. Bari è una città dove devi convivere con la pressione. Ce l’hanno a Modena, a Bologna… figurarsi lì".

Una riflessione sul campionato e sulla sostenibilità in A: "Oggi la Serie A è diversa, è una Serie A ricca e salgono società ricche. Oggi è molto più dura. Bisogna capire se si vuole investire per salire, oppure fare i conti e dire: abbiamo guadagnato o perso? E restare così".

Infine, un tuffo nel passato e un augurio alla piazza: "La partita che vorrei rigiocare? Bari-Crotone, perché è stata l’ultima della mia esperienza. Ma forse anche la semifinale playoff contro il Latina: siamo usciti con due pareggi ed era un'ottima opportunità per arrivare in Serie . Un augurio per i tifosi? Sempre sincero. È una città a cui mi sento vicino, mi fermo ogni volta che posso. Ho tanti amici baresi che sento tutti i giorni. L’augurio è quello di realizzare i propri sogni. Se lo meritano".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 04 luglio 2025 alle 08:00
Autore: Enrico Scoccimarro
vedi letture
Print