Dopo la sconfitta di Cosenza, il Bari torna al San Nicola (che sarà semivuoto) con l’obbligo morale di rialzarsi. E lo fa contro un avversario che ha un solo punto da conquistare per brindare alla Serie A. Il Pisa di Inzaghi arriva in Puglia con entusiasmo, solidità e certezze, mentre i biancorossi vivono un momento di profonda sfiducia, all’interno e all’esterno dello spogliatoio. Le due sconfitte consecutive – in particolare quella di sabato scorso contro l’ultima in classifica – hanno aperto una crepa pesante. Contro un Cosenza quasi condannato, il Bari è apparso svuotato, privo di ardore e completamente assente sul piano emotivo. È mancata l’anima, ed è questo che preoccupa di più in vista della sfida contro la seconda forza del campionato.
L’avversario è uno di quelli veri: il Pisa è lanciatissimo e può chiudere il discorso promozione oggi stesso, proprio al San Nicola. Sarebbe la terza volta in tre anni che una squadra festeggia la Serie A in casa del Bari: dopo il Cagliari nel 2022 e il Parma nel 2023, il rischio di un’ulteriore ferita è concreto. Evitare questa nuova umiliazione è un dovere verso una piazza già esasperata e in frattura con la squadra.
Ma la partita di oggi potrebbe anche rappresentare una svolta, come fu quella contro lo Spezia: allora, il Bari era in un momento simile, chiamato a reagire in casa contro un avversario diretto e con il morale a pezzi. La vittoria arrivò, convincente, riaccendendo per un attimo le speranze. Serve lo stesso spirito, la stessa fame.
Longo dovrà fare a meno di Simic, non al meglio, e di Favilli, squalificato, e toccherà a Bonfanti e Lasagna reggere il peso dell’attacco. Il numero 15 è il miglior marcatore stagionale dei biancorossi con 7 reti, ma ha bisogno di rifornimenti e supporto. Ed è qui che torna sotto i riflettori Gastón Pereiro, che però con ogni probabilità partirà ancora dalla panchina: arrivato come il colpo più altisonante del mercato invernale, l’uruguaiano ha finora deluso ogni aspettativa. Il Bari ha bisogno della sua qualità, della sua visione, della sua classe: oggi non ci sono più alibi. In mezzo al campo sarà decisivo l’equilibrio offerto da Maita e il dinamismo di Maggiore, mentre Dorval è chiamato sempre a creare superiorità numerica saltando l'uomo sulla fascia (è ancora l'unico che lo fa con una certa regolarità). Capitan Vicari guiderà la difesa che dovrà fare gli straordinari per contenere un Pisa pieno di armi offensive. Su tutte, quella di Matteo Tramoni, autore di 13 gol in stagione, e di Meister, terminsale offensivo.
Nonostante il Bari non meriti oggettivamente ad oggi i playoff, la classifica dice che l'obiettivo è più che alla portata. Ma oggi, più che altro, è una questione di dignità. Servono vittorie, ma prima ancora prove d’orgoglio. L’ambiente è stanco, deluso, ma sarebbe pronto a ricompattarsi con una prova di carattere vero. Quello che manca da troppo tempo. Oggi, al San Nicola, non si gioca solo contro il Pisa, ma contro la paura di sprofondare in una stagione fallimentare. Serve una risposta netta. Serve il Bari.
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