A Bari, l’eco dell’ultima delusione stagionale non si è ancora spento. Il nono posto in classifica, che ha sancito l’esclusione dai play-off, pesa come un macigno sulla piazza e sulla società. E mentre le altre squadre programmano il futuro o si giocano ancora un sogno, in casa biancorossa regna il silenzio. Un silenzio assordante, carico di interrogativi e di fantasmi.

È un post season anomalo, quello che sta vivendo il Bari. I tifosi aspettano, invano, segnali dalla società. Non si conosce ancora il destino del direttore sportivo Giuseppe Magalini, né quello del capitano-dirigente Valerio Di Cesare. Figure chiave di una stagione fallimentare, ma che al momento restano avvolte da una nebbia di indecisione e mancate prese di posizione. Nessun comunicato, nessuna intervista, nessun indizio su chi guiderà la ricostruzione.

E poi c’è Moreno Longo, il tecnico arrivato per provare a raddrizzare una barca che imbarcava acqua da mesi. La sua gestione ha portato risultati altalenanti, senza mai convincere del tutto. Attorno alla sua panchina si aggirano oggi silenzi e fantasmi: sarà confermato? Sarà lui l’uomo da cui ripartire o si aprirà un nuovo capitolo tecnico? Nessuno lo sa, perché nessuno parla.

In una piazza passionale e impaziente come quella barese, questo vuoto comunicativo pesa più di una sconfitta. Serve chiarezza, serve coraggio. Il tempo degli alibi è finito. Se davvero si vuole voltare pagina, bisogna farlo con parole nette, con idee forti, con volti nuovi o con conferme motivate. Continuare a galleggiare nell’ambiguità significa solo prolungare l’agonia. E Bari merita molto di più.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 29 maggio 2025 alle 22:00
Autore: Antonio Testini
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