L'ultima promozione in A del Bari compie, in questa stagione, sedici anni. Un'eternità per la piazza barese che aspetta, da quel momento, un nuovo sussulto in serie cadetta. Per celebrare quell'incredibile annata, la stagione 2008-09, abbiamo intercettato i protagonisti di quel campionato. L'undicesimo ed ultimo intervistato è Fabio Foglianese, addetto stampa del Bari dal 2003 al 2018.

Sulla sua esperienza in Puglia: "Ho lavorato per il Bari dal 2003 sino al fallimento, avvenuto nel 2018. Nella mia esperienza nell'ufficio stampa e poi da capo addetto stampa ho avuto tre presidenti: Matarrese, Paparesta e Giancaspro".

Il ricordo più bello: "Senza dubbio i ricordi più belli sono legati ai festeggiamenti per la promozione, già in camera d'albergo. Quella sera aspettammo il risultato del Livorno tutti insieme; una volta che fu ufficiale uscimmo tutti a celebrare quel momento. Il ritorno a Bari fu da brividi, in concomitanza c'era la festa di San Nicola e si creò l'effetto di un'incredibile doppia celebrazione".

Sui protagonisti di quell'annata: "Era un Bari fatto da grandi professionisti. Con Conte avevo un bel rapporto umano. Lui puntava, già in Puglia, a diventare un grande allenatore. Perinetti lo conosco poco fuori dal campo, ma ha la capacità di mettere a suo agio chiunque lavorasse con lui. È un grande esperto di calcio e conoscitore di diverse categorie. Lo staff del mister era di alto livello e c'era un'organizzazione fuori dal comune".

Ancora su Conte e il suo staff: "La percezione che qualcosa stesse cambiando si notò sin dall'arrivo di Conte, a metà della stagione 2007/08. Matarrese e Perinetti misero su una strategia chiara per arrivare in A. Le prime partite, appena arrivato in sella al Bari, furono già indicative. La cosa interessante fu l'unione in campo dei giocatori, ognuno sopperiva alle mancanze dell'altro. Stavano bene psicologicamente ma soprattutto fisicamente. Merito va dato soprattutto al prof. Ventrone. Il mister diceva sempre ai giocatori che anche se fossimo stati in vantaggio di due-tre gol avrebbero dovuto continuare a spingere e a cercare di schiacciare l'avversario".

Da chi si sarebbe aspettato di più: "Kamatá poteva fare una carriera diversa, quando stava bene era imprendibile sulla fascia. Stesso discorso per Ranocchia, che sembrava un grandissimo prospetto e avrebbe potuto avere una carriera migliore. L'ufficio stampa tende a non stringere rapporti personali ma c'era un rapporto cordiale con tutti i calciatori. Con Kutuzov e proprio con Ranocchia mi sono sentito diverse volte".

Una dedica, infine, al presidente Matarrese: "Una menzione voglio farla al presidente Matarrese, uno dei pochi che teneva veramente al Bari. Trattava il Bari come un figlio. L'ho visto piangere in due occasioni: quando siamo retrocessi in C e poi ripescati e quando dovette lasciare, definitivamente, la presidenza. Ogni giorno era in società e cercava sempre di mettere i giocatori nella situazione ideale".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 21:00
Autore: Armando Ruggiero
vedi letture
Print