Bari-Entella, un girone fa. I biancorossi impattano 0-0 davanti ai loro tifosi, delusi sia del punteggio che della prestazione offerta dalla squadra. "Mister, ma non è lecito aspettarsi qualcosa di più dai suoi ragazzi, almeno contro formazioni come la Virtus Entella?". Il mister: "La sua domanda è un po' presuntuosa. Voi credete sempre che il Bari debba asfaltare gli avversari, che nel frattempo corrono e giocano, anche meglio di noi. Lo ribadisco: il presidente ha costruito una buona squadra che potrà lottare per i playoff. Stop. Non capisco tutte queste aspettative, evidentemente eccessive".

Tra lo stupore generale, questo è stato il botta e risposta tra lo scrivente e Davide Nicola nella conferenza stampa immediatamente successiva a quella partita. Ecco, alla luce di questo siparietto e della stessa sconfitta patita contro la Virtus Entella un girone dopo possiamo dire senza rischio di essere smentiti che...sì, forse aveva ragione lui, mister Nicola. Questo Bari, nelle migliori delle ipotesi, potrà infatti agguantare solo uno degli ultimi posti per i prossimi playoff. Nonostante il cambio in panchina, che non ha partorito gli effetti sperati. Vuoi vedere che la colpa non era la sua così come oggi non è di mister Camplone? E sia chiaro: chi sostiene ancora che la squadra attuale sia stata costruita seguendo le indicazioni dell'ex Livorno, continua a sbagliare.

IL TEMPO E' GALANTUOMO - Il suo gioco privo di bollicine ha spinto tutti a pensare che, in fondo, il suo non era e non poteva essere il profilo giusto per guidare una squadra definita una fuoriserie. Nonostante i punti conquistati, nonostante il quarto posto in classifica. A gran voce, tutti abbiamo chiesto al presidente (ah presidente...) di intervenire. Lo squadrone (?) costruito in estate non poteva ritrovarsi quarto a Natale. No, lo squadrone meritava un condottiero più feroce. Meno pragmatico ma più spregiudicato e spettacolare.

Ecco Camplone, annunciato con piacere da Gianluca Paparesta subito dopo il trittico di sconfitte di fine 2015. Nicola, a cui andarono tutti i ringraziamenti diplomatici del caso, aveva di fatto esaurito il suo tempo. Il risultato, però, è stato pessimo. L'ex Perugia, rispetto al suo predecessore, ha raccolto poco quanto niente in termini di punti e risultati. La squadra, rispetto alla vecchia gestione, farà pure più possesso palla ma, alla fine della fiera, la classifica è quella che conta. Oggi, a guardarla, ci si chiede se non si è stati un tantino esagerati nei giudizi sull'operato di Davide Nicola. Senza, però, rinnegare le critiche a lui rivolte. In diverse occasioni, il suo Bari avrebbe potuto fare meglio. Ma, visto che la mente è ancora sana e per nulla pervasa da momentanei sconforti, dobbiamo continuare ad essere onesti ammettendo che, forse, Nicola non aveva tutti i torti.

FORZA CAMPLONE - Sulla graticola c'è finito il tecnico pescarese. Buona parte del pubblico barese vorrebbe ora le sue dimissioni. Ma siamo sicuri che il male di questa squadra risieda in panchina? Fatti alla mano, nemmeno il sommo Guardiola (che ci scuserà per la citazione) riuscirebbe a fare meglio di così. E quindi? E quindi il male è altrove, ma a furia di ribadirlo rischiamo di passare per disfattisti.

Mister Camplone va difeso e sostenuto. A Perugia è riuscito in un miracolo che a Bari difficilmente ripeterà. E questo perchè a sua disposizione non ha giocatori dallo spessore tecnico e umano che aveva in Umbria. Tifosi, tifate Camplone, uomo a cui non mancano capacità e attributi.

GIOCATORI IN VACANZA - Bocciati, senza riserva. Tutti, indistintamente. A prescindere dai cognomi stampati sulla maglia. E pensare che giocare a Bari dovrebbe rappresentare il massimo per molti di loro. Macchè. Svagati e molli, manco fossero alle Maldive. Sveglia ragazzi, basta sognare. In serie B così come in Eccellenza, bisogna sgobbare per ottenere determinati risultati.   

Sezione: Copertina / Data: Dom 06 marzo 2016 alle 21:00
Autore: Andrea Dipalo
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