Giovanni Cornacchini, il primo allenatore del Bari nell'era dei De Laurentiis, nella stagione 2018-19, è intervenuto ai microfoni di TuttoBari per analizzare il percorso del club negli ultimi anni e offrire uno sguardo sul futuro della squadra. L’uomo che riportò i biancorossi tra i professionisti dopo il fallimento, in Serie D, ha raccontato le sue sensazioni sull’attuale gestione e sul nuovo corso con Fabio Caserta.

"Bari è una piazza che merita davvero la Serie A. Non essere riusciti a vincere quel campionato due anni fa, quando si è arrivati a un centimetro dal traguardo, si è pagato anche nell’anno successivo. Mi auguro che quest’anno sia la volta buona, servono anche fortuna e una squadra competitiva".

Secondo Cornacchini, il progetto del club resta solido: "Conosco il presidente, è uno che sa fare calcio, anche se ha iniziato da poco. Quando c’ero io era il suo primo anno nel calcio, ma ha un padre che può insegnargli molto e credo lo stia facendo bene. Con il padre ho avuto meno rapporti, era molto impegnato con il Napoli, ma con Luigi e l’entourage c’era confronto. Un buon rapporto, concreto".

Cornacchini difende apertamente la società, spesso criticata da una parte della tifoseria: "Molti dubitano dei De Laurentiis, ma io non riesco a capirne il motivo. Se davvero l’obiettivo fosse quello di vendere, converrebbe portare la squadra in Serie A, così da avere maggiore valore. Il Bari in A è appetibile, è una grande opportunità. Per questo penso che l’interesse a vincere ci sia davvero. Poi certo, la gente di Bari però pretendere sempre di più e per fare il salto di qualità serve uno sforzo ulteriore".

Il tecnico marchigiano ripercorre anche i giorni del suo arrivo: "Dopo il fallimento c’era un clima complicato, ma con la nuova proprietà si ricreò entusiasmo. Non era facile ripartire da zero, ma vincere non è mai scontato, nemmeno in Serie D. Ricordo con piacere tutto: è stato un anno bellissimo. Avevo un gruppo forte, ma la difficoltà più grande era far capire ai giocatori, spesso di categoria superiore, come calarsi mentalmente nella realtà dilettantistica. Poi però i valori sono venuti fuori".

Sul piano tecnico, Cornacchini sottolinea: "Molti si aspettavano calcio champagne, ma quella era una categoria in cui si facevano battaglie, ogni domenica eri atteso come la squadra da battere. Era dura, ma siamo riusciti a fare quello che serviva".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 10 luglio 2025 alle 07:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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