Non è ancora cominciata la stagione, ma le prime crepe si possono già scorgere. A inizio agosto, il Bari si ritrova ad affrontare un clima di crescente sfiducia. La squadra non convince, la campagna acquisti procede a rilento e le amichevoli estive — che avrebbero dovuto offrire qualche segnale incoraggiante — hanno invece alimentato nuovi dubbi.

Una manovra chiara e un'identità precisa ancora non si vede. E mentre si può comunque sperare, il margine di tempo si assottiglia. Il malcontento è diffuso. Lo si legge nei commenti dei tifosi, si percepisce attorno al San Nicola, si misura nei numeri freddi della campagna abbonamenti. Il progetto sembra ancora privo di un’identità chiara: c’è un nuovo allenatore, Fabio Caserta, ma non ancora una squadra costruita davvero a sua immagine. Alcuni innesti di esperienza sono arrivati, ma non bastano a placare il sentimento generale di incompletezza.

La sensazione è che manchi qualcosa di più profondo: una visione forte, una dichiarazione d’intenti netta, un segnale in grado di riaccendere l’entusiasmo. Le uscite di scena di alcuni protagonisti dello scorso campionato, da Benali a Radunovic, passando per Maita e Dorval, hanno di fatto smontato l’ossatura tecnica ed emotiva della squadra. E i rimpiazzi sono ancora un grande punto interrogativo.

Le voci su un possibile arrivo di Partipilo continuano a inseguirsi senza mai concretizzarsi, mentre altri nomi circolano in un mercato che appare timido, frammentario, a tratti incoerente. Nel frattempo, il campo non aiuta: la manovra è macchinosa, la tenuta difensiva ancora incerta, e l’identità tattica resta un cantiere aperto.

Così non va. Il tempo per rimediare c’è, ma va usato bene e in fretta. Perché il campionato di Serie B non aspetta nessuno. E perché un’altra stagione anonima, in una piazza come Bari, rischia di lasciare segni profondi.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 05 agosto 2025 alle 08:00
Autore: Enrico Scoccimarro
vedi letture
Print