Ci avevamo creduto quasi tutti guardando il primo tempo del Bari a Reggio Emilia, fino a quando il gol del pareggio, in quel momento immeritato degli ospiti, non ha fatto crollare il castello di carte.

Il nuovo Bari di Fabio Caserta cerca ancora sé stesso. L’idea di imprimere fin da subito un atteggiamento offensivo, quasi “di rottura”, si è vista soltanto a tratti. L’approccio al match è rimasto troppo passivo: squadra schiacciata nella propria metà campo, linee basse e difficoltà nell’alzare il baricentro nei primi minuti.  Ma c'è da dire con onestà che con il passare del tempo i biancorossi hanno iniziato a mostrare qualcosa di nuovo: qualche triangolazione più coraggiosa, provando a coinvolgere la punta centrale Moncini per creare gioco tra le linee.

Lo stesso Moncini che, però, continua a non dimostrarsi centravanti da lanci lunghi: ha bisogno di essere servito in modo diverso, di ricevere palla negli ultimi sedici metri per attaccare il primo palo e sfruttare il vantaggio sul difensore. In questo senso, la scelta di Caserta di ridisegnare il reparto offensivo con Partipilo in posizione più centrale seconda punta quasi da trequartista con compiti di interdizione, rappresenta un passo avanti nella costruzione di un modulo più equilibrato. L’idea sembra quella giusta, ma manca ancora quell’intesa vincente davanti che possa trasformare il possesso in concretezza.

Ci sono stati segnali iincoraggianti anche sul piano dell’intensità, in particolare nella riaggressione: il Bari sapeva come recuperare palla in zona offensiva e provare a restare corto. Ma è nella fase difensiva che emergono sempre i limiti più gravi. L’assenza di Vicari pesa come un macigno: senza il suo carisma e la sua esperienza, il reparto arretrato mostra troppa fragilità e lentezza di lettura. Il primo gol subito, con la difesa immobile, ne è la dimostrazione più chiara.

E poi, il blackout. Dopo l’espulsione di Nikolaou la squadra si è letteralmente spenta, smettendo di reagire. Un cedimento non solo tattico ma emotivo e caratteriale, che racconta meglio di ogni altro aspetto la distanza tra ciò che Caserta vorrebbe e ciò che il Bari oggi riesce a essere.

Il modulo convince, il gioco comincia a intravedersi, ma senza personalità non si va lontano. Ed è proprio lì che il Bari deve fare il salto più grande: ritrovare coraggio, voce, leadership. Solo così potrà diventare vera squadra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 20 ottobre 2025 alle 20:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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