Raffaele Bianco è tra i calciatori più esperti della rosa biancorossa. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, ricorda: "Se proprio devo scegliere una promozione tra quelle a cui ho avuto l’onore di contribuire, mi viene in mente la storica Serie A conquistata a Carpi. Sbarcammo nel paradiso del calcio dominando il campionato cadetto, con una squadra pressochè neopromossa. Altre imprese? Indimenticabili i festeggiamenti di Bari, il grande coinvolgimento della città, una marea di tifosi che ci portò in trionfo per le vie del centro cittadino. A suggello del campionato di B vinto con Antonio Conte. Ero un gregario, sapevo stare al mio posto. Ho imparato da tutti. Quando sei giovane, devi stare attento ad ogni particolare e incamerare gli insegnamenti più preziosi. Conte? Una stagione ai suoi ordini diventa un patrimonio impagabile per la carriera. Ti lascia impronte incancellabili, sotto l’aspetto fisico e della mentalità. Non ho più incrociato un tecnico con la sua fame, con la stessa feroce determinazione. Credo peraltro che, con il passare degli anni, abbia smussato qualche angolo del suo carattere".

Sul senso delle vittorie... "Non ci si stanca mai. Quando un sapore ti piace, vuoi riprovarci sempre. Aiuta ad interpretare meglio ciò che fai. Ma, sia chiaro, io ho anche perso qualche finale. In sostanza, so bene cosa significhi penare per una sconfitta. A Bari, piuttosto, mi piacerebbe allungare la scia delle vittorie. I play-off? L’improvviso e infinito stop del campionato regolare è l’incognita più grande. Solo il campo potrà dire quanto sarà stato condizionante. E’ un discorso che riguarda tutte le squadre, non soltanto il Bari. Nostri difetti? In Serie C devi saperti adattare e spuntarla anche nelle partite sporche. Abbiamo lasciato qualche punto per strada, proprio per questa ragione. Va da sé che dovremo migliorare sotto quest’aspetto".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 29 giugno 2020 alle 07:45
Autore: Redazione TuttoBari
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