Essere Pietro Cianci non è sicuramente facile. A venticinque anni la vita ti dà e ti toglie. Un passato fatto di delusioni e bocconi amari fin da piccolino, quando fu scartato dal settore giovanile del Bari. "Quel ragazzo non avrà un futuro", dicevano. Lo stesso ragazzo, cresciuto tra i vicoli di Bari vecchia, è diventato col tempo uomo, girando tutto lo stivale da Nord a Sud. Con un unico, grande, sogno nel cuore: il suo Bari.

Già, perché quel sottilissimo filo che lo lega al club biancorosso non si è mai spezzato. Il Bari, del resto, è nel suo cuore e quando lo scorso gennaio il diesse Romairone si inventò una trattativa - definita dallo stesso un capolavoro - per riportarlo a casa, sembrava essere il lieto fine di una bellissima favola. Era l'eroe che tornava da vincitore, il ragazzo maturato che faceva ritorno per compiere il suo dovere: riportare il Bari nelle categorie che meritano. Non è stato così.

Numerosi i problemi fisici che lo hanno attanagliato. Numerose le problematiche ha vissuto: un doppio esonero, una società assente, una tifoseria in subbuglio per i flop sul campo. E a poco sono servite le esultanze, i nan so capit chiu nud, i trenini. Anche lui è finito al centro delle critiche per lo scarso rendimento sotto porta. In estate, con il Bari rivoltato come un calzino, l'eroe è diventato presto l'antagonista.

Nonostante il suo sogno fosse quello di restate a vita a casa, Cianci ha dovuto ingoiare, nuovamente, quel boccone amaro assaggiato tempo addietro e fare le valigie, destinazione Catanzaro. Ora una nuova vita, da rivale numero uno del suo Bari. L'obiettivo è quello di portare i calabresi in serie B, con i suoi gol. Gol che ha promesso già a partire dalla gara di sabato, la sua prima da ex, infiammando la vigilia di questo big match.

È facile diventare eroi, è più difficile confermarsi. La gente però non dimentica, caro Pietro. Nessuno può ignorare la deludente passata stagione, ma allo stesso tempo tutti riconoscono l'impegno e la garra messa sempre in campo. E soprattutto nessuno può dimenticare quelle scuse pubbliche rivolte ai tuoi fratelli. Perché riportare il Bari in alto era (e lo è ancora) il tuo sogno. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 28 ottobre 2021 alle 07:00
Autore: Claudio Mele
vedi letture
Print