Dopo aver lasciato il Pescara nella scorsa estate, Marco Perrotta è certamente riuscito a ritagliarsi una grande importanza nella difesa biancorossa. A distanza di tre anni dall’ultima volta, con umiltà è nuovamente sceso in serie C, quella stessa categoria da lui già vinta - ma solo sul campo - con il Teramo. Il difensore molisano ha guadagnato presto la titolarità, poi confermata sin dall’arrivo di mister Vivarini, che lo considera tra i suoi pupilli.

NUMERI - Perrotta rientra tra gli stakanovisti di questo Bari. Grazie ai suoi 28 gettoni raccolti, infatti, è il terzo galletto più presente fino ad ora. Davvero un buon bottino per lui, considerata la forte concorrenza di Sabbione e Di Cesare. Non sono mancati neanche i gol decisivi: due quelli collezionati contro Reggina e Avellino.

COSA VA - Le sue peculiarità sono state la grinta e la sostanza, doti da vero guerriero presenti in ogni sua gara. Aspetti fondamentali che lo hanno aiutato ad ottenere il posto fisso in retroguardia, sia da centrale difensivo che da terzino sinistro bloccato. Soprattutto in quest’ultima posizione, ha dato anche prova di grande duttilità e sacrificio, cercando di dare sempre il massimo delle sue potenzialità.

COSA NON VA - Alla forma ha spesso posto in primo piano la concretezza. A volte, però, non gli è andata molto bene, risultando troppo approssimativo o superficiale in alcuni interventi difensivi. Il cartellino rosso di Monopoli, l’unico subito dal Bari in questa stagione, lo testimonia. La gestione della palla non è di certo il suo piatto forte, così come in velocità ha sofferto gli attaccanti avversari.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 28 marzo 2020 alle 10:15
Autore: Gabriele Bisceglie
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