Il terremoto tattico messo in atto da Vincenzo Vivarini nel match contro il Bisceglie ha portato alcuni giocatori a ricoprire nuovi ruoli e funzioni all'interno del sistema promosso dal tecnico abruzzese. In queste settimane si è tanto (e giustamente) parlato dell'importanza del ruolo del trequartista, ma ciò che sta più stupendo è la volontà di Vivarini di mantenere intatto il trio di difensori che con il 3-5-2 aveva dato importanti garanzie. Il passaggio alla difesa a 4 presupponeva l'esclusione di uno dei tre, e il principale candidato sembrava Marco Perrotta, più indietro nelle gerarchie rispetto a Di Cesare e Sabbione.

Tale scenario non si è però avverato, in quanto nelle ultime due gare Perrotta è sceso in campo ricoprendo l'atipico ruolo di terzino sinistro, con compiti ovviamente rivisti. Scavando tra gli anfratti della sua carriera è possibile ritrovare un passato in questo ruolo, specialmente nell'annata ad Avellino, ma mai con continuità. Contro Bisceglie e Paganese ha però risposto in maniera positiva a quello che possiamo definire un esperimento di mister Vivarini, offrendo supporto alla prima circolazione del pallone e facendo valere le sue doti da difensore puro in copertura. L'impiego di un terzino fluidificante come Berra a destra nella mente di Vivarini presuppone una maggiore prudenza sulla catena opposta, e Perrotta è apparso fino ad ora inappuntabile nell'adempiere a questi compiti.

Alle sue spalle scalpita però Filippo Costa, terzino dal grande impatto offensivo e che potrebbe rientrare in corsa in caso il tecnico ex Empoli decidesse di dare un ulteriore upgrade offensivo ai biancorossi. Per adesso Perrotta si gode la titolarità, in un ruolo nuovo ma che sta interpretando con grande diligenza

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 19 novembre 2019 alle 20:00
Autore: Giovanni Fasano
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