In un calcio che spesso vive di slogan, selfie e dichiarazioni ad effetto, Gabriele Moncini sembra arrivare da un’altra epoca. Solo allenamenti, sudore e la convinzione che a parlare debbano essere i piedi, non la bocca. È con questo stile che l’attaccante è sbarcato a Bari, in silenzio, quasi in punta di piedi.

Eppure, bastano i numeri dell’estate per capire che la sua presenza è tutt’altro che marginale: 4 gol nelle amichevoli precampionato, più di chiunque altro in maglia biancorossa. Una costanza che non si spiega solo con il fiuto sotto porta, ma con un approccio totale al lavoro. Ogni rete, anche se segnata in contesti ‘leggeri’ come i test estivi, è un messaggio: Moncini c’è, e ci sarà quando i punti inizieranno a pesare.

Il suo modo di interpretare il ruolo è lontano dai cliché del bomber spettacolare. Non è l’attaccante che si isola per colpire all’improvviso, ma il giocatore che partecipa alla manovra, che gioca con e per i compagni. Sa fare il lavoro sporco: pressare alto, tenere palla spalle alla porta, far salire la squadra, aprire spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

In un campionato come la Serie B, dove le partite si vincono spesso per dettagli, questi aspetti diventano oro. Ci saranno momenti in cui il Bari dovrà scardinare difese arroccate, sbloccare match complicati o proteggere un risultato minimo: in tutte queste situazioni, l’esperienza e la generosità di Moncini potranno fare la differenza.

Definirlo “anti-eroe” non significa sminuirlo. Anzi, è un riconoscimento a un tipo di calciatore che il calcio moderno sembra aver dimenticato: quello che non cerca la gloria personale a ogni costo, ma che mette sempre davanti il risultato della squadra. L’anti-eroe è colui che, pur senza l’aura del campione da poster, sa farsi trovare pronto quando serve davvero.

Moncini non ha bisogno di proclami. Sa che la stagione è lunga, che le partite vere iniziano adesso e che il peso specifico di un gol in campionato non è lo stesso di uno segnato in estate. Ma intanto, quei quattro gol hanno già lasciato un segno, soprattutto nella fiducia sua e dei compagni.

La storia del calcio è piena di giocatori così: silenziosi, concreti, determinanti. Spesso sono loro a decidere promozioni, playoff e finali. Chissà che, tra qualche mese, non si possa raccontare che anche il cammino del Bari nella stagione 2025/26 sia stato segnato dalle reti di Gabriele Moncini, l’anti-eroe che ogni allenatore vorrebbe avere.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 12 agosto 2025 alle 20:30
Autore: Lorenzo D'Agostino
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