Nella scatola dei ricordi di Nicola Moraintervistato ai nostri microfoni, c'è un triennio a Bari pieno di alti e bassi: "Sono stato fortemente voluto da Matarrese e venni con grande entusiasmo, sebbene capitai nel momento più buio, tra i tanti allenatori e i risultati non positivi. Questo condizionò il mio andamento, tant'è che andai poi al Napoli in prestito, salvo ritornare a Bari. Conservo un ottimo ricordo della città, della piazza e dei tifosi, nonostante qualche critica, comunque giuste visto come stava andando la squadra".

Soprattutto uno il rimpianto..."Sono cresciuto umanamente e professionalmente, nonostante quella macchia indelebile della retrocessione in C allo spareggio col Venezia, poi evitata grazie al ripescaggio. Avevamo le qualità per salvarci sul campo, ma non le cogliemmo. Resta il più grande rammarico, anche perché scesi dalla A col Piacenza per venire a Bari, proprio per il blasone. Rimane ad ogni modo un'esperienza positiva".

Malgrado le difficoltà, il rapporto (e la forza) con gli ex compagni era ferreo: "C'era gente come Gillet, Neqrouz, Bellavista, De Rosa, Spinesi. Con alcuni mi sono incontrato anche dopo, come con Cordova e Innocenti a Grosseto. Giocatori che centravano poco con la B, e ne dimentico tanti. Al di là degli svariati allenatori, siamo stati sempre un grande gruppo e che cercava di fare il massimo, sebbene non sempre ci siamo inspiegabilmente riusciti. La buonanima di Matarrese non ci faceva mancare niente".

Dopo il ritiro, l'ex terzino si è prodigato in un ruolo con precisi obiettivi: "Prima ho conseguito il patentino da allenatore e, per 5/6 anni, sono stato istruttore alla MP San Giorgio: una scuola calcio nata dall'amicizia trentennale con Massimo Perna, con cui ho giocato al Treviso, a Terni, a Napoli. Poi mi sono direttato nel professionismo, ed ora alleno da due anni l'Under 15 del Giugliano, grazie alla fiducia della famiglia Mazzamauro. Ci siamo tolti tante soddisfazioni con i giovani, che sono il futuro del calcio italiano. Mi sono dedicato anima e corpo e spero di poter trasmettere sempre loro concetti utili per la loro carriera.

A domanda circa un possibile futuro con le prime squadre, Nicola chiude le porte: "Ebbi l'opportunità di allenare in D o in Eccellenza Campana, ma la mia scelta va fortemente verso il lavoro coi giovani, e non credo di cambiare idea e collaborare con staff più "grandi". Tanti ragazzi sono attenzionati da squadre importanti, altri sono approdati nel professionismo. Lavoro giorno e notte per i giovani, come mi piaceva da calciatore".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 29 ottobre 2025 alle 08:00
Autore: Piervito Perta
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