Ad agosto inoltrato il Bari è ancora un cantiere aperto. Il mercato ha portato tanti nuovi volti, ma poche certezze. La squadra che affronterà il Milan tra pochi giorni in Coppa Italia è, ad oggi, un insieme eterogeneo di nomi con poca amalgama e identità ancora da costruire. Un rischio concreto, quello dell’accozzaglia di profili senza una vera logica collettiva, che la piazza avverte da settimane.

Gytkjær, Dickmann, Moncini, Verreth, Pagano, Rao, Kassama: nomi di categoria, certo, ma anche giocatori che non hanno mai giocato insieme, che arrivano in un contesto dove l’unica cosa chiara è l’urgenza. Urgenza di dare forma a una squadra che, al momento, non ha né titolari consolidati né riferimenti chiari nello sviluppo del gioco.

Caserta ha davanti a sé un lavoro complicato: plasmare un gruppo in ritardo, trasmettere principi e automatismi in tempo record, evitare una partenza choc. Perché di fronte non ci sarà una squadra qualunque, ma il Milan. E se sulla carta la sfida è proibitiva, l’obiettivo minimo è salvare la faccia.

I tifosi, intanto, osservano con crescente disillusione. I segnali arrivati dalle amichevoli non hanno scaldato l’ambiente, e anche i nuovi acquisti, presi singolarmente, non bastano a mascherare una preoccupazione crescente: che questa squadra sia solo un puzzle senza immagine finale.

Serve tempo, certo. Ma il tempo, in una piazza come Bari, non è mai concesso gratis. E se allenatore e società non riusciranno a colmare questo ritardo tecnico-tattico con decisioni nette e investimenti mirati, anche solo evitare figuracce rischia di diventare un obiettivo ambizioso.

Sezione: News / Data: Gio 07 agosto 2025 alle 08:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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