Di seguito, una lunga ed interessante intervista rilasciata dal portiere biancorosso, Eugenio Lamanna, e divulgata dall'As Bari tramite il servizio, attivo per tutti i tifosi, di Newsletter.

Ecco l'intervista integrale:

“Il portiere è stato sempre un ruolo molto richiesto quando si giocava tra bambini. E poi non si pagava nelle partite di calcetto”.

Scherza con noi Eugenio Lamanna quando gli chiediamo di descriverci le sue prime parate, il suo inizio nel mondo del calcio. “Avevo sei anni quando ho cominciato a frequentare una scuola calcio e non sapevo nemmeno in che ruolo giocare. Un giorno chiesi al mister di poter andare in porta e da allora non mi sono più allontanato dai pali. Magari avevano già capito che non avevo i piedi buoni”.

Secondo di tre figli, tutti maschi e tutti con la passione del calcio… Vero, un bel da fare per mia madre Maria. Immaginate quattro uomini in casa, compreso mio padre Cosimo, con la stessa grande passione per il calcio. Il più grande dei miei fratelli, Pasquale, gioca in Seconda categoria mentre il piccolo, Giuseppe, è nelle giovanissimi di una squadra delle mie parti. Loro, però, hanno i piedi migliori dei miei e sono diventati attaccanti.

L’argomento calcio non mancherà mai quando siete a tavola? Vi sembrerà strano ma non ne parliamo molto. Qualche confidenza in più la scambio con mio fratello grande. Tutto qui.

Quando sei con i tuoi amici, invece, si riesce a non parlare di calcio? Ci conosciamo da tanti anni e nonostante molti di loro siano calciatori come me, riusciamo a discutere molto facilmente di altri argomenti. Abbiamo tante cose in comune e, magari senza accorgercene, affrontiamo discorsi ben lontani dallo sport.

C’è qualcosa che cambieresti nell’attività del calciatore? Credo che per chi svolge questa professione la cosa più pesante sia dover essere sempre lontano da casa, dalla famiglia e dalle persone che ti vogliono bene. A volte, specie nei momenti più difficili, si sente maggiormente questa distanza. Tuttavia, è una scelta che viene ripagata dalla forte passione per questo lavoro e dai risultati che si ottengono.

Sappiamo che sei fidanzato… Si, con Laura.

Ci racconti come l’hai conquistata? Con la mia timidezza e riservatezza. Vi sembra strano? Giocavo a Genova e lei mi vedeva uscire dal campo sempre con quest’aria tranquilla, pacata. Questo l’ha incuriosita e abbiamo iniziato a sentirci. Poi sono andato a giocare a Gubbio e lei a studiare a Perugia. Nonostante fossimo vicini non accade nulla. A Capodanno ci ritrovammo casualmente nello stesso posto e così iniziò la nostra storia.

Come chiederai alla tua fidanzata di sposarla? Sono ancora giovane, non ci ho pensato. Per come sono fatto credo che non sarà in un modo eclatante.

Parare un rigore al 90’ in una finale del Campionato del Mondo? Sarebbe un sogno. La più grande gratificazione personale per un portiere ed una gioia anche per chi ti vuole bene e ti sta vicino. Non è detto che, prima o poi, i sogni non si realizzino...

L’estate si avvicina. Hai pensato a dove andare in vacanza? Un mio amico mi ha prospettato una crociera. Sto valutando anche la possibilità, dopo la scorsa estate, di tornare negli Stati Uniti. Non ho ancora deciso se buttarmi su una spiaggia di qualche località straniera per rilassarmi o girare per conoscere nuovi posti. Per ora voglio concentrarmi solo sul lavoro e dare il massimo fino al termine del campionato.

Sezione: News / Data: Ven 20 aprile 2012 alle 11:00 / Fonte: asbari.it
Autore: Redazione TuttoBari
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