Tra i tantissimi calciatori che hanno indossato la casacca del Bari, alcuni hanno un fattore comune: il cognome. In questa tredicesima puntata della rubrica omonimi in biancorosso, si parlerà degli Antonelli.

Il primo è stato Giuseppe, tesserato nel 1930 dall'ASPE Trieste (Serie C). Il terzino italo-croato si rivelò un'autentica sorpresa fin dal primo anno in cadetteria, titolarissimo e tra i protagonisti della vittoria del campionato, a pari punti con la Fiorentina. La stagione successiva vide la prima storica partecipazione del Bari in Serie A, che in precedenza veniva denominata Prima Divisione (o Divisione Nazionale). L'annata, anche contraddistinta dalla presenza in panchina di Arpad Weisz, poi drammaticamente ucciso nei campi di concentramento di Auschwitz, si concluse con la permanenza nella categoria grazie al 2-1 nello spareggio contro il Brescia.

La fortuna non fu però dalla parte dei biancorossi nelle due stagioni successive: dopo la retrocessione in B all'ultima giornata del campionato 1932-1933, il Bari mancò la risalita immediata per il ko nello scontro promozione con la Sampierdarenese (poi divenuta Sampdoria). Giuseppe rimase però fedele alla squadra, sempre al centro del progetto tecnico, e nell'estate 1935 contribuì alla seconda promozione in massima serie. Nella sua ultima esperienza con la maglia dei galletti riuscì a centrare la salvezza in A, soprattutto grazie ai risultati contro le big del campionato, su tutte il Bologna Campione d'Italia (una vittoria e un pari). A fine anno il difensore, dopo 149 presenze in biancorosso (dato meritevole della top 50 della storia del club), salutò il pubblico del 'Della Vittoria' per far ritorno a Trieste. 

Nel 2007 fu, invece, la volta di Luca. Anche lui esterno difensivo e tra i migliori prospetti del settore giovanile del Milan. Il direttore sportivo Perinetti lo portò a Bari con la formula del prestito e il ragazzo riuscì ad imporsi nelle gerarchie di mister Materazzi già dalle prima apparizioni ufficiali di Coppa Italia, vittorie contro Albinoleffe e Vicenza. In Serie B arrivarono altre 17 presenze ed una rete nella sconfitta 2-3 di Avellino, che costò la panchina al tecnico (al suo posto arrivò Conte). Tuttavia le buone prestazioni del ragazzo convinsero il Milan a testarlo in Serie A già da gennaio, venendo così richiamato e girato a titolo temporaneo al Parma

L'ultimo della dinastia è stato Filippo (ora direttore sportivo del Monza), tra i nuovi rinforzi della squadra dopo la promozione in A del 2009. L'attaccante non riuscì però a brillare sotto gli ordini di Ventura, con solo due assist nelle 5 apparizioni tra campionato e Coppa Italia, venendo così prestato al Torino nel corso della sessione invernale. L'unica presenza da titolare arrivò a novembre nel ko 3-1 dell'Olimpico contro la Roma. 

Sezione: News / Data: Mar 30 giugno 2020 alle 17:00
Autore: Gianmaria De Candia
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