Esattamente trent’anni fa, il 9 giugno del 1990, durante il mondiale di calcio organizzato sul suolo italiano, ebbe luogo, al “S. Nicola” di Bari, la prima delle cinque gare di quell’edizione della competizione disputate nel capoluogo pugliese.
Una sorprendente Romania, trascinata da una doppietta del suo gioiello Marius Lăcătuş, acquistato proprio quell’estate dalla Fiorentina, ebbe la meglio sulla favorita Unione Sovietica. Nel quadro del medesimo gruppo B, i rumeni dovettero poi affrontare il Camerun, che nel turno inaugurale del girone aveva avuto la meglio sull’Argentina di Maradona.
La gara, giocata il 14 giugno davanti a più di 38 mila spettatori, vide il trionfo degli africani, portati alla vittoria dell’allora trentottenne Roger Milla, una leggenda del calcio camerunense. A nulla valse la rete della bandiera per gli europei, siglata da Balint a due minuti dal termine.
I “leoni indomabili”, già qualificati per gli ottavi di finale, si fecero poi battere con un sonoro 4-0 dall’U.R.S.S., nell’ultima partita del primo turno eliminatorio. Anche questo incontro fu disputato, quattro giorni dopo il precedente, sotto gli occhi dei tifosi baresi. Il match non ebbe storia, con le prodezze di Protasov, Zigmantovic, Zavarov e Dobrovolski. I russi, però, vennero ugualmente eliminati, grazie al pareggio maturato nella sfida tra argentini e rumeni, che con quel risultato si garantirono un comodo passaggio in coppia alla fase successiva.
Il 23 di giugno, per gli ottavi, il tabellone della competizione previde la disputa nell'impianto barese della sfida tra Cecoslovacchia e Costa Rica. Il confronto non ebbe storia, con i cechi travolgenti. Mattatore della serata fu il centravanti Tomáš Skuhravý , destinato a diventare una bandiera del Genoa, autore di una tripletta. Il punteggio finale fu di 4-1 per i ragazzi di mister Venglos.
Infine, l’ultimo incontro giocato a Bari, il 7 luglio, fu la celebre finalina per il terzo/quarto posto, tra gli azzurri padroni di casa, allenati da Azeglio Vicini, e l’Inghilterra. L’Italia, reduce dalla bruciante sconfitta ai rigori con Maradona e compagni in semifinale, sconfisse i britannici per 2-1. Al vantaggio firmato da Roberto Baggio al 72’, rispose David Platt, che avrebbe vestito di lì ad un anno la casacca dei galletti, dieci minuti dopo. A firmare la vittoria tricolore fu Totò Schillaci, a quattro giri di lancette dal termine, su calcio di rigore. Con quell’acuto, il bomber siciliano regalò agli italiani l’ultima esultanza delle “notti magiche”, vincendo il titolo di capocannoniere del trofeo, con 6 gol.
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