Corrado Colombo fu tra i protagonisti dello splendido campionato che condusse il Bari all’ultima promozione in serie A, con Antonio Conte in panchina, nel 2009. Ma la sua annata barese, conclusa con 16 presenze e 3 reti realizzate, non fu tutta rose e fiori. Dopo un buon inizio di stagione, infatti, con un gran gol in rovesciata segnato all’Avellino e l’acuto decisivo nella vittoriosa trasferta di Ascoli, l’attaccante si trovò, suo malgrado, coinvolto in uno strano intreccio di mercato.
A gennaio, infatti, i galletti avevano perfezionato la cessione di Volpato al Piacenza, ma il trasferimento, in un primo momento, non venne considerato conforme al regolamento, perché si ritenne contravvenisse alla regola che non consentiva più di 2 trasferimenti, da parte di un calciatore, all’interno della stessa stagione sportiva.
Per questo, Colombo, unitamente ai colleghi Salvatore Masiello e Doumbia, si ritrovò fuori lista, in una situazione sovrapponibile a quella odierna di Semenzato, De Risio, Andreoni e Bolzoni.
In esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante racconta: “Fu una bella annata, sul piano dei risultati, per il Bari, ed anche sul piano personale mi tolsi delle soddisfazioni. Ovviamente, non presi bene quella decisione di lasciarmi ai margini, perché con me qualche dirigente non si comportò nella maniera giusta, quando venne fatta questa scelta. Prevalsero logiche sbagliate, a livello di gestione, con l’intromissione di procuratori di altri giocatori. Fortunatamente, si risolse tutto in una ventina di giorni."
Il ricorso del Piacenza, relativo al passaggio in Emilia di Volpato, infatti, venne accolto a fine febbraio, e Colombo rientrò così nei ranghi biancorossi: "Ma non posso dimenticare quel periodo, nel quale continuai ad allenarmi con il gruppo. Era difficile sapere di non poter essere utile alla squadra, la domenica. Volpato l’aveva voluto Perinetti, ex Juve. E l’agente del ragazzo veniva da quel mondo lì. Probabilmente, fu questa la ragione per la quale scelsero di mettermi fuori lista.”
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