Prosegue questo nostro viaggio estivo volto a riscoprire i più bei comuni della provincia di Bari. Oggi è la volta di Noci.

Noci è una cittadina di 19.455 abitanti e sorge sulle Murge meridionali ed è incluso tra i comuni appartenenti alla Valle d'Itria, comprensorio turistico dei trulli e delle grotte.

Noci, si trova a metà strada tra Bari e Taranto, su una collina delle Murge a 424 metri sul livello del mare. Il patrimonio boschivo è indubbiamente uno degli elementi naturalistici più caratterizzanti. Il fragno (Quercus Troiana) ha rappresentato l’unica ed immediata risorsa ambientale dei primi coloni; oggi i boschi occupano circa il 20% dell’intero territorio comunale e sono costituti per il 90% da fragno.
 

La legge regionale n. 19 del 24 luglio 1997 individuò quale area naturale protetta e avente interesse naturalistico, nonché ambientale e paesaggistico la zona di Barsento nella quale venne inclusa Noci quale comune ospitante il complesso rupestre di Barsento. Tra i comuni interessati dall'area vi sono Putignano, Alberobello, Monopoli e Castellana Grotte.
L'area fa parte inoltre della cosiddetta "Murgia dei Trulli", territorio caratterizzato dalla presenza di tipiche architetture e strutture rurali, trulli e masserie. Il comune di Noci, per la sua altitudine superiore alla media dei comuni limitrofi, rientra nella zona della comunità montana della Murgia barese sud-est.

La tradizione storiografica risalente allo storico locale Pietro Gioja (1801-1865), vuole che le origini della cittadina pugliese siano da far ricondurre presumibilmente agli anni intorno al 590, nel corso dei quali per volere del capitano Conone, su mandato dell’imperatore Giustino II, sulla collina dove attualmente sorge Noci, fu eretta una cittadella di carattere militare (Castellum Nucum). Tale notizia sarebbe confermata, secondo il Gioja, dalla testimonianza del vescovo di Bisceglie Pompeo Sarnelli, il quale in un documento del 1680 specifica che "In questo tempo il duce Tulliano [...] edificò |cioè nel 591|[...] ne' Monti Appennini del Castello delle Noci la Badia di Barsento de' Monaci di S. Equizio".[3] È molto verosimile, nondimeno, che la fondazione della città sia da ascrivere ai tempi della dominazione normanna. Volendo accampare una documentazione probante sulla costituita città, è opportuno risalire al 1180, anno in cui, l'arcivescovo Rainaldo di Bari, per incarico di papa Alessandro III riconosce e giudizialmente definisce soggetta alla giurisdizione del vescovo Cafisio di Conversano la città di Rutigliano; contestualmente l'episcopo enumera propriis vocabulis le singole località sottopostegli, tra cui Sanctam Mariam de Nucibus.
Il villaggio dovette affrontare l’arrivo degli sfollati abitanti dei casali di Barsento e Casaboli (antichi centri abitati, oggi scomparsi, a breve distanza da Noci), cui si aggiunsero, nel 1102 quelli del villaggio rupestre di Mottola, distrutto a causa del malgoverno del cancelliere tarantino Muarcaldo.

Le Cedole Angioine attestano che nel 1340 il Casale Sancte Marie de Nucibus è sottoposto a tassazione. Detenuta dagli Angioini diventò Universitas Regia, ovvero elevata alla condizione di comunità di persone dotata di propria assemblea di rappresentanti, dunque equiparabile alla condizione di autonomia di un comune. Nel 1407 Ladislao I di Durazzo, che intanto era divenuto principe di Taranto, liberò Noci dal giogo feudale. Subìto il preteso possesso da parte del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, Noci finì sotto la proprietà di quest'ultimo per poi essere ceduta in dote alla figlia Caterina nel 1456. Il matrimonio di Caterina Orsini Del Balzo con Giulio Antonio Acquaviva, committente del famoso polittico lapideo della collegiata, segnò il trasferimento di Noci tra i possedimenti facenti parte della Contea di Conversano. Sotto gli Acquaviva d'Aragona fu elevata a Ducato, in seguito seguì le vicissitudini del Regno di Napoli, dopodiché quelle del Regno d'Italia.
Fra le opere di più alto profilo artistico della cittadina pugliese si registra innanzitutto la Chiesa Abbaziale di Barsento, fatta costruire secondo la leggenda per i monaci di Sant'Equizio da Papa Gregorio Magno nel 591. La presenza di un dipinto raffigurante San Michele fa intuire che l'origine della chiesa sia da far risalire alla dominazione longobarda (fine VIII-inizi IX sec), o comunque, ad un periodo non posteriore alla presenza saracena. La costruzione si erge in posizione dominante e gradevole, sull'apice di una collinetta affacciata sul canale di Pirro, alta 440 metri sul mare e a circa 6 km dall'abitato.

Numerosi sono tuttavia gli esempi d’interesse artistico che si conservano a Noci. Nella Chiesa dei Cappuccini, in sagrestia, si può contemplare una pregevole tela di Luca Giordano (XVII secolo) raffigurante la Vergine.
Nella Collegiata (Chiesa Matrice) vi sono piccoli capolavori: il policromatico fonte battesimale databile intorno al XIV secolo (di autore ignoto); il gruppo scultoreo della Madonna con il Bambino, attribuita all'artista locale Stefano da Putignano; un mirabile Crocifisso di fattura barocca; 14 grandi tele della Via Crucis di scuola napoletana dai toni di luce caravaggesca; nel presbiterio si trova il prezioso polittico (8 santi con Madonna con Bambino) in pietra locale e legno.
Di grande rilevanza inoltre lo storico monastero benedettino della Madonna della Scala, ubicato a circa 5 km dal centro abitato su un'amena altura dalla cui posizione è possibile godere di un affascinante visuale della campagna murgiana e del centro urbano.
Nel santuario della Madonna della Croce (1 km dal centro abitato) vi è un affresco di autore ignoto del XV secolo con Maria ed il Bambino, da cinquecento anni, meta di dediti pellegrinaggi.
Le arti visive contemporanee sono pure rappresentate in significativo numero. Nella sagrestia della collegiata e nella sala conciliare del municipio sono esposti perennemente più di 100 quadri di pittori pugliesi, i più rappresentativi dell'arte meridionale.

Le gnostre sono piccoli spazi che si aprono nel centro antico di Noci tra le viuzze che lo caratterizzano. La loro peculiarità è la presenza di tre lati chiusi e di un solo lato aperto verso la strada principale. Sono dei vicoli chiusi che sfruttano l'interspazio tra le abitazioni circostanti per determinare un'area che è al tempo stesso semi-pubblica e semi-privata.

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Sezione: Bari & Dintorni / Data: Sab 21 agosto 2010 alle 15:30
Autore: Donatello Cito
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