«E mi pagano pure. No, non sono venale. È giusto per dire che la mia passione trova riscontri reali, non è un vezzo, né è fine a se stessa». E, in fondo, neppure una scommessa. Spiega Gianni Del Mastro, 50 anni il 7 marzo, estremo difensore del Giovinazzo, formazione che milita nel campionato di Prima categoria: «Non bevo alcol, non fumo, conduco una vita tutto sommato sana, mi metto in gioco, soddisfo una mia passione».

E non è il caso di credere che Tommaso Liddi, l'allenatore biscegliese della squadra, si presti a chissà quale gioco, magari solo di natura psicologica. Da cinque partite il barese Del Mastro è titolare. E il giorno dell'Epifania, al ritorno in campo dopo la pausa natalizia, ha anche parato un rigore nel match vinto di misura contro una della squadre più forti del girone A, l'Apricena.

E i ragazzi che dicono? Fare la panchina a un cinquantenne non dev'essere proprio un ruolo interessante. «Questo è sicuramente un aspetto delicato. Ma chi mi conosce sa quanto io sia rispettoso degli avversari, figuriamoci dei compagni di squadra. Per ora mi tengo stretto il posto. Poi, a decidere sarà il mister. E lo farà nell'esclusivo interesse della squadra».

Squadra arrivata in Prima dopo l'ennesimo ripescaggio della scorsa estate. Dopo un avvio di stagione francamente brutto, il Giovinazzo sembra in grado di rimettersi a correre per la salvezza diretta. Sconfitto seccamente dalla capolista Bovino - nella squadra foggiana milita un altro grande vecchio del calcio barese, il centravanti barese 42enne Lorenzo Battaglia -, ha collezionato 2 pareggi, una vittoria (la terza in campionato) e una sconfitta.

E dopodomani la squadra si recherà a Carapelle, in casa di un'altra protagonista della poule dauno-barese. Del Mastro nella vita fa il ristoratore. Una delle ultime imprese è sorta a Bari, in via Capruzzi. Da qualche tempo, con alcuni colleghi, sta dedicandosi all'associazione degli operatori del settore del capoluogo. Come calciatore vanta una lunghissima carriera culminata nella serie D frequentata nei primi anni Ottanta e poi in Promozione e nelle categorie minori, dal Palese al Bitritto nelle ultimissime stagioni.

Ma se c'è un passaggio del suo curriculum che gli fa vanto, è il fatto di non essere mai stato espulso in 33 anni. Un'asserzione che giura essere veritiera: «Confesso che tutte le domeniche c'è una molla che mi scatta dentro, a cui non so resistere. Quella stessa leva che mi spinge a rispettare sempre e in ogni caso gli avversari».

Sezione: Curiosità / Data: Ven 14 gennaio 2011 alle 19:00 / Fonte: GdM
Autore: Andrea Dipalo
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